Papa Leone XIV, primo pontefice agostiniano, eredita il legame tra Roma e sant’Agostino: da Ostia a Caravaggio, fino a Santa Maria del Popolo
Papa Leone XIV non è solo il primo pontefice statunitense, ma anche il primo agostiniano. La congregazione fondata dal padre della Chiesa, tanto caro a papa Ratzinger, conta ormai solo poche centinaia di confratelli, ma il suo legame con Roma è più forte di quanto si possa pensare. “Sono un figlio di sant’Agostino“, ha detto nel suo saluto dalla loggia di San Pietro, papa Prevost. E sant’Agostino ebbe un rapporto “speciale” con Roma: odio e amore.
Prima della sua conversione, Agostino di Tagaste (il suo paese natale è nell’odierna Algeria, forse ci si dimentica che sant’Agostino era un magrebino: lo spirito missionario è nel Dna del padre fondatore) era uno dei più apprezzati retori dell’Impero. Ma preferì andare a Milano – allora per qualche anno sede dell’Impero romano – a svolgere la sua attività, perché a Roma – a suo dire – veniva pagato poco e male. I milanesi, già da allora, avevano fama di regolarità e puntualità. E anche di propensione a spendere.
Nel suo dotto peregrinare in Italia, sant’Agostino viene presto accompagnato – oltre che dal figlio Adeodato (Agostino fu un papà precoce, anche se non si sposò mai) – dalla mamma Monica, fervente cristiana, che pregava che il suo geniale e irrequieto figliolo si convertisse. A Milano sant’Agostino fu battezzato da sant’Ambrogio, nei giorni della Pasqua del 387. Pochi mesi dopo, Monica, adempiuto il suo voto, si dispose a tornare in Africa, ma durante il suo soggiorno a Ostia, in attesa dell’imbarco, si ammalò.
Nei giorni della malattia, Agostino e Monica furono testimoni di una sorta di estasi, che il Santo rammenta nelle sue Confessioni: “La nostra vista interiore si spinse più in alto, nella contemplazione”. Giunsero alla soglia dell’Eterno, dell’eternità: “La sfiorammo un poco in uno slancio del cuore”. Di lì a pochi giorni, il 27 agosto 387, Monica morì, non prima di aver chiesto al figlio di seppellirla lì, in terra italiana, a Roma.
Per secoli il corpo della madre di sant’Agostino fu conservato a Ostia; oggi riposa nella chiesa intitolata a suo figlio, la chiesa di sant’Agostino, in centro a Roma, più nota ai turisti per il Caravaggio de La Madonna dei pellegrini. Strano rapporto tra le tele del Caravaggio e gli agostiniani. Due capolavori del maestro della luce sono custoditi nell’altra grande chiesa agostiniana di Roma, Santa Maria del Popolo (Il martirio di san Pietro e La conversione di san Paolo). Da otto secoli la basilica di Santa Maria del Popolo è affidata alle cure degli agostiniani: sì, una delle più antiche e famose parrocchie romane è legata strettamente con la congregazione agostiniana.
Non a caso, prima di ricevere la berretta cardinalizia, l’allora vescovo Prevost, nel settembre 2023, andò a celebrare la festa parrocchiale di Santa Maria del Popolo, chiamato proprio dai suoi confratelli agostiniani. Il nuovo vescovo di Roma, con il nome di Leone XIV, attraverso il padre Agostino, ha molto a che fare con la capitale e la sua storia. Più di quanto dica la primizia di un papa agostiniano.
Il parroco di Santa Maria del Popolo, padre Ivan Caputo, che accolse due anni fa il “vescovo” confratello alla festa parrocchiale, alla domanda se spera che il nuovo papa, agostiniano come lui, possa tornare presto nella basilica agostiniana, risponde solo così: “Gli ultimi papi che hanno officiato in questa chiesa, almeno fino ad oggi, furono san Giovanni XXIII, in occasione della stazione quaresimale del primo aprile 1962, e san Giovanni Paolo II, in occasione della visita pastorale il 18 novembre 1984″. Un papa manca a Santa Maria del Popolo da più di quarant’anni. Gli agostiniani, laici e presbiteri, parrocchiani e non solo, lo aspettano.
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