Il piano di Trump più che una pace giusta in Ucraina sembra proporre una pace "irragionevole". All'Ucraina mancano le garanzie necessarie
“Meglio rossi che morti”, sostenevano alcuni diversi anni fa, paventando la guerra nucleare e prendendo le distanze dalla protezione della NATO.
Ora, leggendo la presentazione dei 28 punti per un accordo di pace che sarebbero proposti da Stati Uniti e Federazione Russa, mi verrebbe da aggiornare lo slogan: “Meglio russi che morti”.
Non so se il popolo ucraino, a cui spetta legittimamente di accettare la proposta, sarà d’accordo. È vero che questi punti rappresenterebbero qualcosa di negoziabile, ma mi pare che il margine di negoziazione sia molto ristretto.
Comunque, in questi termini, se si vuole parlare di trattato di pace, non si dica che questa sia la “pace giusta” da molti invocata. Certo, nella storia ci sono stati altri trattati di pace ingiusta. Basti pensare a quella imposta alla Germania dopo la Prima guerra mondiale, con le conseguenze che conosciamo.
Tuttavia, leggendo la proposta dei 28 punti, personalmente più che ingiusta la definirei una pace irragionevole (per non usare altri termini).
Lascio l’analisi punto per punto ai super-esperti, ma permettetemi qualche osservazione.
I primi tre punti definiscono dichiarazioni di principio che, leggendo poi gli altri 25, risultano una presa… in giro. Quali garanzie di sicurezza potrebbe avere l’Ucraina in alternativa all’ingresso nella NATO? Perché gli Stati Uniti, che fanno parte, eccome, dell’Alleanza atlantica, dovrebbero proteggere, solo loro, l’Ucraina? Qui ovviamente non posso non ripetere la mia proposta, più volte avanzata, che l’Ucraina entri simultaneamente sia nella NATO che nel CSTO, determinando una situazione di garanzia di per sé anche per la Federazione Russa.
Quanto a quella che si definisce “la cessione di territori alla Russia” il titolo stesso, in fondo, riconosce che c’è stata un’invasione russa e che i territori ceduti sarebbero quelli dell’Ucraina, non di qualche isola sperduta nel Mar dei Caraibi.
Inoltre si legittimerebbe l’uso della forza da parte della Federazione Russa, non diversamente da quello che accadde dopo l’annessione dell’Austria da parte del Terzo Reich o per quella dei Paesi Baltici da parte dell’Unione Sovietica.
Dal punto di vista strategico-militare brilla davanti agli occhi anche dei meno esperti il punto numero 9, che prevede che i jet europei si concentrino in Polonia. In caso di attacco russo risulta evidente che questo sarebbe un bersaglio più facile da colpire.
E proprio questo punto mette in risalto che l’Unione Europea dovrebbe fare quello che è prescritto nell’accordo. È proprio scontato che noi europei, nonostante l’impegno per l’Ucraina, siamo ridotti al ruolo di utili idioti rispetto a quello che decidono Stati Uniti e Federazione russa?
Capisco bene che questa guerra deve finire e che le trattative avvengono in una situazione di vantaggio per i russi, ma se le condizioni sono queste, sono molto peggiori rispetto al caso in cui gli ucraini avessero ceduto subito Luhansk e Donbass, mantenendo la propria indipendenza. Non era forse meglio cederli subito, risparmiandoci un contributo di sangue e di distruzioni impressionante?
In queste condizioni, che rivelano ancora una volta come i potenti fanno da sempre i loro interessi e che una pace “giusta” da loro si può ottenere se va d’accordo con questi interessi, ci rimane la responsabilità, grave, di chi ha il compito di educare giovani che sappiano vivere da uomini liberi anche sotto le peggiori dittature, comprese quelle cosiddette democratiche.
Quando gli uomini decidono, tramite libere elezioni, di dare il potere a chi lo usa in modo dispotico, si tratta di lavorare, come è possibile, per far capire che quegli uomini, forse, non erano liberi come pensavano.
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