Il presunto amante di Liliana Resinovich, Claudio Sterpin, commenta le ultime novità aprendo all'ipotesi di un soffocamento con un cuscino

Si strige sempre di più (almeno, stando alle indiscrezioni) il perimetro delle indagini sulla misteriosa morte di Liliana Resinovich e in queste concitate ore in cui si attende la conferma su quanto emerso dalla super perizia commissionata alla dottoressa Cattaneo dalla Procura di Trieste il Corriere della Sera ha intercettato e intervistato Claudio Sterpin che in questa intricata vicenda è stato dipinto come il presunto amante della vittima con la quale – secondo il racconto più volte reso dell’uomo – era in procinto di avviare una nuova vita all’insegna dell’amore che li legava: tesi sempre negata dal marito di Liliana Resinovich che ritiene che tra i due ci fosse solo una profonda amicizia; mentre a riprova ci sarebbero dei fitti scambi di messaggi tra i due scritti in codice.



Tornando un pochino indietro, le ultime novità sul caso di Liliana Resinovich sembrano negare una volta per tutte l’ipotesi del suicidio inizialmente mossa dagli inquirenti di Trieste e sempre negata da chiunque abbia seguito (anche parzialmente) l’intera vicenda: secondo la perizia della dottoressa Cattaneo la donna sarebbe stata uccisa tramite soffocamento dopo un’aggressione lo stesso giorno della sparizione – il 14 dicembre del 2021 – e successivamente posizionata nel boschetto nel quale è stata ritrovata; il tutto dopo essere stata conservata in un posto molto freddo per diverse settimane.



Claudio Sterpi, l’amante di Liliana Resinovich: “Credo avesse detto a Sebastiano che voleva lasciarlo”

Sulla perizia – appunto – è intervenuto il presunto amante di Liliana Resinovich sulle pagine del Corriere, mettendo fin da subito in chiaro che dal suo punto di vista il fatto che sia stata aggredita e malmenata “era lampante” anche dalle sole “foto del faldone giudiziario” che avrebbe personalmente visionato e nelle quale erano evidenti i “segni sul volto”; mentre dal conto suo precisa anche dopo una brutale aggressione “un cuscino sulla bocca non ti fa nessun segno” ma ti porta a non respirare più, sostenendo – e chiarendo che “è una mia ipotesi” – che “da casa di Liliana sia scomparso un cuscino“.



Tonando – poi – indietro nel tempo con la mente, Claudio ricorda di aver conosciuto Liliana Resinovich “nel 1979” quando le insegnò “i rudimenti della corsa sulle distanze più lunghe”, non perdendosi mai di vista nel corso degli anni e instaurando una relazione più profonda “dopo che sono rimasto vedovo” e la donna “veniva da me per stirarmi due camicie”: da lì avrebbero formulato il progetto – che lui sostiene essere stata una vera e propria “intenzione” – di “lasciare suo marito” e andare a vivere assieme, tema del qualche crede anche che avesse parlato con lo stesso Sebastiano