La trasmissione Storie Italiane si è tornata ad occupare della morte di Liliana Resinovich: procede la denuncia per diffamazione contro Sebastiano
La diretta odierna di Rai 1 di Storie Italiane è tornata – come quasi ogni giorno – sulla morte di Liliana Resinovich che resta attualmente in attesa dei possibili sviluppi che scaturiranno dalla perizia depositata dalla dottoressa Cattaneo che per la prima volta ha confermato – dopo anni in cui gli inquirenti hanno sempre e solo parlato di suicidio – che la donna triestina sarebbe morta per mano di una persona terza dopo essere stata brutalmente aggredita e picchiata; mentre al contempo – analogo ma anche separato alla morte di Liliana Resinovich – resta aperto ed entra nel vivo anche il procedimento per diffamazione nei confronti del marito Sebastiano su di una denuncia da parte dell’amica della vittima Gabriella.
Partendo proprio da questa denuncia, l’avvocato di Gabriella – Francesco Mazza – ha ricordato a Storie Italiane che la novità principale sulla denuncia verso il marito di Liliana Resinovich è che “all’udienza il giudice ha ravvisato che ci sono gli estremi per arrivare ad una ragionevole previsione di condanna e il 9 maggio si andrà a dibattimento”; precisando che la querela sarebbe legata al fatto che “in diverse interviste Visintin ha gettato ombre su Gabrielle e il coniuge Salvatore lasciando intendere che con uno stratagemma si sarebbero introdotti a casa sua nascondendo delle cose e forse sottraendo delle chiavi“.
L’amica di Liliana Resinovich: “L’assassino deve sicuramente aver avuto un complice per il depistaggio”
Dal conto suo, l’amica di Liliana Resinovich si è rifiutata di commentare la denuncia per diffamazione sporta contro Sebastiano, sottolineando – sul decesso dell’amica – che “finalmente mi è sceso un rospo” grazie al “comunicato del procuratore del 2 marzo che mi fa sperare che questo caso assurdo ci porterà a delle importanti risultanze”, nella speranza che “finalmente (..) qualcuno possa prendere questo fascicolo in mano in modo veramente sostanzioso, approfondendo tutti gli spunti che ci sono nel fascicolo di indagine“.
Dal conto suo, Gabriella ritiene che dietro alla morte di Liliana Resinovich – ricordando da subito che “la perizia non lascia dubbi visto che si riconosce che è stata picchiata [e] che è stata uccisa da mano terza” – ci sia “sicuramente qualche complice che ha dovuto aiutare l’assassino in questa manovra, depistando” e dando origine a “questo farlocco suicidio facendo ritrovare il corpo invece che lasciarlo in un burrone se fosse stato un omicidio qualsiasi”.