Lina Sotis, giornalista nonché primo amore di Gian Marco Moratti, ha parlato della sua vita al Corriere della Sera: dall’infanzia difficile al matrimonio. “Prima orfana di mamma, poi snob della Roma bene, moglie dell’industriale e infine prima cronista donna del Corriere”, così la descrive in tre fasi. La meno idilliaca è proprio quella iniziale. “Ho trascorso la mia infanzia in giro per i collegi. “Mia mamma è morta dandomi alla luce, sono la terza di tre sorelle, Donatella e Viviana, figlie di Gino Sotis, l’avvocato rotale per eccellenza che riuscì a cancellare le nozze di Claretta Petacci”.
È proprio al collegio che conobbe il suo futuro marito. “Era in vacanza e aveva otto anni più di me. La cosa più folle per lui e i suoi amici era conoscere le ragazze delle Orsoline: venivano una volta a settimana in collegio dove si facevano dei balletti, sorvegliati dalle suore”, ha raccontato. “Fu un colpo di fulmine. Mi diceva che avevo delle belle mani. Quando tornai a Roma mi telefonava da Milano, anche due volte al giorno. Arrivavano queste interurbane annunciate dalla cameriera. Ci siamo conosciuti nel 1960, sposati nel 1962”.
Lina Sotis: “Mamma morta di parto”. Il matrimonio con Gian Marco Moratti
Il matrimonio tra Lina Sotis e Gian Marco Moratti sarebbe durato una decina di anni. Non per interessi. “All’epoca non c’era questa fascinazione per Milano e sposare un industriale del Nord non era un punto di vantaggio. Non avevamo capito il miracolo a Milano, noi vivevamo quello romano, fatto di principi. Milano era vista come un posto orrendo”, ha ammesso al Corriere della Sera.
Dalla loro unione sono nati Angelo e Francesca. “Nel 1963 un disonore. Andammo dallo zio, il mio tutore, a chiedere il permesso per sposarci: “Ci pensi bene, avete avuto una educazione diversa”, disse lo zio. Intervenni: “Sono incinta”. Ci sposammo in San Pietro e Paolo”.