Lina Tombolato, moglie di Ennio Doris, presidente di Banca Mediolanum scomparso il 24 novembre scorso, ha ricordato il marito sulle colonne de “Il Giornale”, nell’ambito di una lunga intervista a tutto tondo sul loro privato. La donna e suo marito sono stati “due inguaribili sognatori, sempre sulla stessa lunghezza d’onda. Forse anche grazie a mio papà Giuseppe, che era solito dirmi: se puoi, fai in modo di lavorare per conto tuo. Quindi quando ho incontrato Ennio, grandissimo sognatore quanto se non più di me, non ho mai pensato un solo istante di tarpargli le ali, anzi, l’ho scelto perché ho immediatamente compreso le sue doti. L’intelligenza e la velocità di pensiero erano la sua cifra distintiva. Una capacità di analisi fuori dal comune che ne ha fatto un uomo unico ed esemplare e io non ho fatto altro che assecondarlo, anzi esortarlo a volare, a spiccare il volo e a fare quello che aveva nel cuore: la mia fiducia era totale, perché Ennio era semplicemente un fuoriclasse”.
La signora Tombolato ha poi confessato che quando Ennio Doris, giovanissimo, andò a lavorare in banca, alla sera faceva il porta a porta. Girava per clienti, quasi tutti mediatori di bestiame e ad ognuno di loro portava alla sera soldi o libretti degli assegni che gli avevano commissionato: in pratica, fu il primo a introdurre il concetto di family banker già allora e partendo da sé stesso, non sapendo ancora che sarebbe stata la chiave di successo per Banca Mediolanum. E quando, in qualche rarissimo momento, Ennio Doris si è trovato ad affrontare un particolare momento di difficoltà, “a me veniva una forza pazzesca per supportarlo e aiutarlo. Non so dove trovassi la forza, ma l’ho trovata e abbiamo continuato a sognare assieme”.
ENNIO DORIS, LA MOGLIE LINA TOMBOLATO: “L’ASILO NIDO È STATA UNA MIA IDEA”
Lina Tombolato parlava molto con il marito e una cosa di cui va orgogliosa è “l’asilo nido, quella è stata un’idea mia. Gli dissi: facciamo tanto del bene e tanto sociale, ma dobbiamo fare qualcosa di più per le tante giovani madri che lavorano per noi. Ricordo che Ennio ne parlò immediatamente con Edoardo Lombardi, uno dei suoi più stretti collaboratori, il quale inizialmente era un po’ perplesso, ma alla fine fu fatto e per me quello fu un grande risultato, e ne vado fiera”.
Peraltro, Ennio Doris, il 15 settembre 2008, giorno della crisi della Lehman Brothers, che causò enormi perdite al sistema bancario mondiale, optò per una mossa unica nel suo genere: “Ennio era uomo di intuito. Aveva dei veri e propri flash e quando li aveva agiva. Me ne parlò immediatamente quel giorno: ‘Se crolla tutto, noi aiuteremo i nostri clienti, non possiamo abbandonarli! Se non lo fa Banca Mediolanum, lo faremo noi come famiglia!. Ne parlerò subito anche con Silvio (Berlusconi, ndr), e se non dovesse accettare, lo faremo egualmente da soli’. Silvio non si tirò indietro e noi rimborsammo tutti nostri clienti. Siamo stati l’unica banca al mondo a farlo”.
LINA TOMBOLATO: “IO E MIO MARITO ENNIO DORIS DISCUTEVAMO MOLTO POCO”
Ennio Doris, ha proseguito Lina Tombolato su “Il Giornale”, era un uomo attento: “Potevamo essere anche al cospetto di re o capi di Stato, ma lui mi voleva sempre vicino e cercava la mia mano, lui aveva bisogno del mio contatto. Eravamo tutti e due così e abbiamo discusso poco, molto poco. Mia suocera mi soleva dire: quando un uomo si arrabbia, pazienta. Lascia che si sfoghi. Quando è calmo, sistemalo. E così facevo. Ma devo essere sincera, Ennio ed io abbiamo avuto sempre e solo qualche discussione, mai litigi”.
Oggi in Banca Mediolanum ci sono i figli Massimo (“È un uomo molto riflessivo. Ennio mi diceva: dormi tra due guanciali, Massimo è più bravo di me”) e Sara (“Esplosiva, energia pura”), ma il solco tracciato da Ennio Doris rimane ben visibile si può affermare senza timore di smentita che l’azienda incarni i suoi valori: “È una grande banca, che è rimasta famiglia – ha concluso la moglie –. Io credo che con Massimo e Sara questa società abbia mantenuto la stessa chimica. Una delle cose che più mi piace è che chi è in Banca Mediolanum, ci resta. Sa quanti dipendenti conosco? Tantissimi. Sono davvero un prolungamento della nostra famiglia. Sono tutte persone speciali. Ennio lo diceva sempre: le aziende non le fai da solo, le fai con le persone”.