Lino Guanciale, a "Tv Talk", ha parlato delle sue fiction di successo, rivelando: "Il pubblico va sempre rispettato, serve costantemente autocritica"
Il discorso si è poi focalizzato su altre due fiction interpretate da Lino Guanciale: “Noi” e “Sopravvissuti”, entrambe andata in onda su Rai Uno. L’attore ha commentato: “Quando c’è una risposta da parte del pubblico, sia essa positiva oppure negativa, se hai lavorato a un progetto come una serie bisogna aprire una parte di autocritica importante. Io credo che questi siano due progetti con caratteri innovativi entrambi: da ‘La Porta Rossa’ in avanti ho sempre fatto scelte rischiose. Sul set di ‘Noi’, per esempio, ho avuto modo di crescere moltissimo. ‘Sopravvissuti’? È evidente che c’era anche, al di là dei problemi in sede realizzativa, un problema di posizionamento. È stato coraggioso innestare sulla rete ammiraglia esperienze narrative nuove, però il progetto nasceva per Rai Due”.
LINO GUANCIALE: “COMMISSARIO RICCIARDI COME MONTALBANO? SMARCHIAMOCI DAI PARAGONI”
Lino Guanciale, a proposito de “La Porta Rossa”, ha aggiunto che si è trattata, per lui, di una delle occasioni di sviluppo più forti che gli siano capitate fino ad ora. Mancano biopic nel suo curriculum: “Me ne avevano proposto una, ma io ho preferito fare altro. È facile cadere nell’agiografia semplice, che il racconto non abbia il ritmo e i margini d’interesse giusti”.
E il “suo” Commissario Ricciardi? Può essere paragonato a un Commissario Montalbano degli anni Trenta? “Credo che sia bene smarcarsi dai paragoni e che il progetto cresca nella propria dimensione d’ascolto connaturata. La cosa più difficile è stata convincere i lettori dei romanzi da cui è tratto Ricciardi. Quello è l’ingrediente necessario per entrare nelle preferenze”.
