La storia del giornale L’Ora: quando è nato e chi lo ha fondato
Il giornale L’Ora è stato un quotidiano storico palermitano nato per iniziativa della famiglia Florio. Il quotidiano storico è stato attivo dal 1900 al 1992 e sin dall’inizio della sua nascita è stato di orientamento democratico-radicale. Durante il dopoguerra, il giornale è stato un organo della federazione fascista palermitana per poi essere comprato negli anni ’50 acquisito dal PCI. Il quotidiano si è occupato a lungo di inchieste sulla mafia; un interesse che non passò inosservato a Cosa Nostra visto che diversi firme del giornale, tra cui Cosimo Cristina, Mauro De Mauro e Giovanni Spampinato furono assassinati dalla mafia. “L’Ora, quanti ne morirono” divenne il grido di protesta del giornale nel contare la caduta delle vittime uccise dalla mafia.
Il quotidiano storico è stato un giornale di battaglia capace di stare al passo coi tempi e scrutare le novità e le tendenze culturali dell’epoca con un unico obiettivo: puntare sempre alla verità, anche se cruda e amara.
L’Ora, la nascita del giornale palermitano
L’Ora, il giornale palermitano, è nato nei primi anni del 1900 grazie alla famiglia industriale palermitana Florio. Una decisione non facile quella della famiglia palermitana che decise di creare un quotidiano locale capace di far sentire forte e chiara la propria voce in un contesto tipicamente a favore del nord. Un quotidiano piccolo, ma con una grande anima e cuore interessato alla verità sempre e comunque. Nonostante le tante difficoltà iniziale, la redazione del giornale palermitano assume un valore importantissimo durante il ventennio fascista, anche se per un certo periodo ha dovuto sottostare alle regole imposte dal regime diventandone organo della sezione fascista di Palermo.
Successivamente però la redazione si schiera a favore della Repubblica nel 1946 riconquistando così la propria indipendenza e libertà. Per L’Ora di Palermo hanno scritto illustri personaggi del calibro di: Luigi Pirandello, Matilde Serao e Giovanni Verga. Dopo la fine della seconda guerra monile però conosce il suo periodo d’oro diventando la voce contro la mafia. Sono vent’anni ruggenti e difficili portati avanti grazie alla direzione di Vittorio Nisticò.