L’ottava nota – Boychoir è un film diretto da François Girard, che ha come protagonista principale Dustin Hoffman che interpreta Anton Carvelle, direttore geniale di un coro di voci bianche della National Boychoir Academy. L’altro grande protagonista del film è Stet, interpretato da Garrett Wareing, un dodicenne molto problematico che vive con la madre e che non conosce il padre che è sposato con una bella donna americana e ha una bella famiglia a cui non può aggregare quel figlio nato da una relazione del tutto casuale e senza prospettive.
Stet ha un talento naturale per il canto, ma il suo comportamento è fuori da ogni regola, spesso affronta i compagni con una rabbia che si sfoga in violenza senza controllo. La ragione di questo suo comportamento da ragazzo arrabbiato è di essere stato privato dall’origine della sua vita di uno sguardo: la madre alcolizzata che morirà in un incidente, il padre che non lo ha voluto, gli adulti della scuola che lo condannano sempre per quello che fa, tranne un’insegnante che vede in lui una ricchezza che può essere educata e crescere: la sua grande capacità canora. Sarà grazie a lei e anche al padre che Stet potrà entrare nella National Boychor Academy e lì troverà un grande maestro di coro, Anton Carvelle, il quale coglierà il talento di cui è dotato Stet ma riterrà che la sua mancanza di disciplina non gli possa permettere di realizzare le sue potenzialità.
Inizierà così un rapporto molto difficile tra i due. Stet cerca uno sguardo ma all’inizio trova molti ostacoli, è Carvelle che non gli dà fiducia, sono i suoi compagni del coro che lo considerano negativamente avendo scoperto i suoi precedenti. In questa lotta che Stet si trova a vivere, sempre vi sarà qualcuno che gli dona uno sguardo di fiducia e di simpatia: sarà Wooly, un musicista collaboratore di Caravelle, a credere in lui come la sua insegnante e questo rappresenta un fattore decisivo della storia. Stet ha una dote naturale, sa cantare a livelli elevati, ma questo non basta: per realizzare ciò di cui è dotato ha bisogno di uno sguardo, ha bisogno di incontrare qualcuno che sappia comprendere quanto lui vale.
È questo il filo rosso della storia, sarà lo stesso Anton Carvelle a cambiare, a comprendere che il valore di Stet è la sua dote canora non il suo comportamento e così arriverà a puntare su di lui, portandolo a diventare il punto di riferimento di tutto il coro. Molto interessante e commovente questo passaggio nel film, in Stet che ha trovato uno sguardo la bellezza della musica esploderà e in questo modo anche la sua vita cambierà a testimoniare un metodo significativo: non è che cambiando comportamento Stet diventerà degno di cantare, ma è facendo esprimere le sue capacità canore che diventerà anche corretto nei comportamenti, è dalla bellezza che la vita cambia. Tanto che la commozione per la sua grande capacità musicale porterà a un finale a sorpresa.
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