MANOVRA “SPACCA” I SINDACATI: SCIOPERO SENZA LA CISL
Alla vigilia di Sant’Ambrogio la “piazzata” che non ti aspetti: con lo strappo rispetto alla Cisl, i sindacati Cgil e Uil ieri sera hanno annunciato per il prossimo giovedì 16 dicembre uno sciopero generale di 8 ore (con manifestazione nazionale a Roma) per contestare la Manovra Economica. Dopo i diversi tavoli tra sindacati e Governo, alla presenza del Premier Mario Draghi, la sorpresa di una mossa così divisiva ha lasciato tanto la politica quanto il mondo della rappresentanza dei lavoratori in uno stato di forte confusione e fibrillazione.
«Pur apprezzando lo sforzo e l’impegno del Premier Draghi e del suo esecutivo, la manovra è stata considerata insoddisfacente», attaccano i segretari nazionali Landini e Bombardieri, «Fisco, pensioni, scuola, politiche industriali e contrasto alle delocalizzazioni, contrasto alla precarietà del lavoro soprattutto dei giovani e delle donne, non autosufficienza, tanto più alla luce delle risorse, disponibili in questa fase, che avrebbero consentito una più efficace redistribuzione della ricchezza, per ridurre le diseguaglianze e per generare uno sviluppo equilibrato e strutturale e un’occupazione stabile». Si distanzia invece la Cisl che oggi riunisce la segreteria ma che con il leader Luigi Sbarra si oppone alla scelta dello sciopero generale: «La Cisl considera sbagliato ricorrere allo sciopero generale e radicalizzare il conflitto in un momento tanto delicato per il Paese, ancora impegnato ad affrontare una pandemia che non molla la presa e teso a consolidare i segnali positivi di una ripresa economica e produttiva che necessita di uno sforzo comune per essere resa strutturale». È la prima volta dal 2012 che le sigle nazionali si “spaccano” su scioperi e manifestazioni: all’epoca fu la riforma del Jobs Act del Governo Renzi a far protestare Camusso (Cigl) e Barbagallo (Uil) mentre la Cisl di Furlan si sfilò dalla contestazione.
IRA PALAZZO CHIGI: “LANDINI VUOLE DETTARE L’AGENDA…”
Trapela irritazione e non poco a Palazzo Chigi dopo l’annuncio dei due sindacati nazionali sullo sciopero generale contro la Manovra di Bilancio: secondo quanto filtra all’ANSA stamane, il pensiero del Presidente del Consiglio Mario Draghi è di profondo stupore per la mossa di Landini e Bombardieri, «Non è vero che questa manovra dà meno a chi ha meno. I numeri dicono altro questa è una manovra espansiva che accompagna fuori da questa drammatica emergenza fronteggiando le molte situazioni di disagio e di potenziale impoverimento». Secondo quanto raccolto invece da Alberto Gentili per il “Messaggero”, la reazione del Premier sarebbe stata ancora più furente: «uno sciopero ingiustificato e immotivato. Non c’è governo che abbia fatto di più per i lavoratori e i pensionati». P. Chigi smentisce tra l’altro un tentativo di mediazione con gli stessi sindacati Cgil e Uil per “disinnescare” la protesta, situazione a cui invece lavora il Pd. Fisco, gli 8 miliardi di tasse, il mancato contributo di solidarietà (proposto da Draghi in CdM ma bocciato dall’ala di Centrodestra) e pensioni i punti più caldi: «Anche sulle pensioni Landini voleva imporre la sua impostazione, voleva avere voce in capitolo su tutto», è quanto riportano collaboratori di Palazzo Chigi secondo il retroscena ricostruito dal “Corriere della Sera”.
IL COMMENTO DEL MINISTRO ORLANDO
Sorpreso e per niente soddisfatto della situazione in itinere con i sindacati anche il Ministro del Lavoro Andrea Orlando: raggiunto da “Radio Anch’io” su Rai Radio1 stamane, l’esponente Pd sottolinea «Non mi sfuggiva che il sindacato avesse dei dubbi ma ho letto le motivazioni e francamente non posso nascondere una certa sorpresa. La manovra come tutte le manovre può avere luci e ombre, ma questa rafforza le garanzie per i lavoratori, aumenta le risorse sul fronte del sociale, degli ammortizzatori e non autosufficienza. C’è la scelta di investire grande parte del tesoretto sul fronte dell’Irpef». Per Orlando la Finanziaria 2022 non è affatto una riforma che penalizza lavoratori e pensionati, «Ritengo legittima la scelta del sindacato, rispettabile, ma non la definirei affatto scontata o dovuta». Come il resto dei Dem, la speranza è di trovare un accordo con Cgil e Uil sebbene da Palazzo Chigi l’intento non è affatto quello della conciliazione, giunti a questo punto e con diversi “rumors” circa il non gradimento per espressioni usate da Bombardieri e Landini durante gli ultimi tavoli su fisco e pensioni. «Questo governo non ha mai rinunciato al confronto con i sindacati», ribadiva giusto ieri Orlando a “Repubblica”, chiosando «Nell’ultimo consiglio dei ministri è emersa la possibilità di aprire e mantenere il confronto su questioni fondamentali: le pensioni e le delocalizzazioni. Questo può accadere già nei prossimi giorni».