Premessa. In senso proprio si tratta della prima vera Legge di bilancio del Governo Meloni, dal momento che la precedente era stata varata a poco più di un mese dall’insediamento del nuovo Esecutivo e, com’è facile intuire, era condizionata dalle scelte del Governo Draghi, a cui subentrava tra molte ansie e preoccupazioni dei mercati in Italia e all’estero. Giorgia Meloni, presentandola in Conferenza stampa, l’ha definita con quattro parole chiave: serietà, coesione, compattezza, sostegno. È una manovra che si snoda in 82 articoli e ha un valore complessivo di 27 miliardi circa, di cui poco meno della metà è fatta di tagli di spese. Una manovra seria che non disperde risorse, ma le concentra su alcune grandi priorità, tra cui la famiglia occupa un posto decisamente centrale, che vale la pena provare ad esplorare, per capire su quali vantaggi potrà realmente contare.
La famiglia nella manovra 2024Sembra proprio che il Governo questa volta abbia voluto affrontare il tema della famiglia a tutto tondo, mettendo insieme varie questioni, a cominciare da quella demografica, con le difficoltà che debbono affrontare le famiglie giovani nel momento di avere un secondo figlio; l’improcrastinabile necessità che sentono tutte le donne di armonizzare più e meglio la vita di famiglia e la vita professionale; una specifica attenzione agli anziani, per molti dei quali la povertà economica si intreccia strettamente con la povertà affettiva e infine, ultima ma non ultima!, la necessità di sostenere le famiglie con un reddito medio basso, in un periodo di inflazione crescente. Effettivamente il Governo ha cercato di guardare il tema famiglia da diverse angolature per offrire delle chiavi di soluzione a ognuno dei problemi emergenti, senza farsi travolgere dalla politica dei bonus, che hanno sempre una loro intrinseca precarietà e non sono mai risolutivi. Brevemente vale la pena ripercorrere i passaggi essenziali della proposta del Governo, prima che arrivi in Parlamento e lì possa essere opportunamente migliorata o decisamente stravolta, come abbiamo visto fare.
Famiglie a basso reddito. La prima priorità per la presidente del Consiglio è “difendere il potere d’acquisto delle famiglie, ovvero più soldi in busta paga per i cittadini con redditi medio bassi”. È stato confermato per tutto il 2024 il taglio del cuneo contributivo, graduandolo a seconda del reddito: 6 punti percentuali per chi ha redditi fino a 35mila euro e 7 punti percentuali per chi ha redditi fino a 25mila euro. La misura corrisponde a un aumento di circa 100 euro al mese e coinvolge una platea di 14 milioni di cittadini. Il beneficio riguarda tutti, ma per ora restano esclusi i redditi al di sopra dei 50 mila euro. È una misura di cui godranno subito solamente i redditi medio-bassi, perché, come dice la Meloni, “le poche risorse dalle quali disponiamo le vogliamo concentrare su chi ha maggiormente bisogno”. Lo stesso ragionamento viene fatto per la riforma Irpef, che rafforza il taglio del cuneo. Di fatto viene eliminato il secondo scaglione e il primo scaglione, con una aliquota al 23%, viene esteso alle famiglie che hanno fino a 28mila euro di reddito.
Famiglie e incentivo alla natalità. Sono diverse le misure che rientrano in questo macro-obiettivo del Governo, sintetizzabili in tre provvedimenti: confermato per il 2024 l’aumento dell’Assegno unico; un’ulteriore mensilità di congedo parentale retribuita al 60%, utilizzabile dalla madre o dal padre entro i 6 anni di vita del bambino. Terza misura, che dovrebbe costituire un incentivo alla maternità, è la gratuità dell’asilo nido per il secondo figlio. Ma certamente la misura più significativa riguarda la decontribuzione delle madri. Le madri con due o più figli non pagheranno più i contributi a carico del lavoratore. Finora la norma prevede che i contributi previdenziali vengano pagati un terzo dal lavoratore e due terzi dal datore di lavoro. Con le nuove regole, la quota del lavoratore per le madri che hanno 2 o più figli verrà pagata dallo Stato; per le madri con 2 figli fino a quando il secondo figlio, cioè il più piccolo, avrà 10 anni, per le madri con 3 o più figli fino a quando il figlio più piccolo avrà compiuto 18 anni. Si tratta di una decisione particolarmente importante non solo sotto il profilo economico, ma anche, e forse soprattutto, sotto il profilo culturale perché aiuta a smontare il pregiudizio per cui favorire la natalità è un disincentivo al lavoro delle donne. Lavoro e famiglia sono due ambiti in cui il contributo femminile è assolutamente insostituibile per tutta la società; la loro armonizzazione richiede soluzioni innovative, che confermino come il pensiero femminile è un fattore di coesione sociale di cui non si può prescindere. Non si tratta solo di conciliazione <lavoro-famiglia, come se ci fossero degli ostacoli da rimuovere. Ma di una decisione pro-attiva e propositiva che rende possibile la presenza femminile in tutti i ruoli, a tutti i livelli.
Famiglia e anziani. L’obiettivo è quello di tutelare gli anziani che rientrano tra le fasce più deboli e risentono più di tutti dei forti aumenti dei prezzi causati dall’inflazione. La Legge di bilancio 2024 prevede un aumento della pensione per gli over 65 e per coloro che hanno una pensione inferiore o uguale al minimo Inps. Per questi ultimi è previsto un assegno di 618 euro dal 1° gennaio 2024. E poiché il taglio del cuneo fiscale si applica anche ai pensionati, anche questo contribuirà a migliorarne l’importo. A questo si aggiunge la rivalutazione delle pensioni in rapporto all’inflazione, per cui il Governo ha deciso di rivalutare al 100% le pensioni fino a 4 volte la minima e al 90% quelle da 4 a 5 volte la minima, per poi scendere man mano che aumenta l’importo della pensione. Viene poi creato un unico Fondo per la flessibilità in uscita, che consente di andare in pensione a 63 anni con 36 anni di contributi per i caregiver, per i disoccupati, per i lavori gravosi, per i disabili e con 35 anni per le donne.
In conclusione. Bisognerà prima di tutto leggere e soprattutto studiare in profondità la legge, entrando nei meandri degli 82 articoli, per cercare di coglierne la ratio e valutare fino a che punto le affermazioni di principio, gli ideali, le scelte strategiche, di fatto si calano nelle decisioni pratiche, con cui dovranno fare i conti le famiglie a basso reddito, le giovani coppie, le donne e gli anziani, per rimanere nei punti fin qui toccati. Certamente il passaggio parlamentare, tra Senato e Camera, farà una serie di proposte emendative, tese a migliorare il testo della legge e a rispondere più e meglio alle esigenze di tutti. Ci saranno discussioni e dibattiti con le categorie più direttamente interessate fino ad arrivare al classico maxi-emendamento, su cui verrà probabilmente posta la fiducia. Solo allora sapremo quale è realmente la Legge di bilancio 2024, perché questa, non dimentichiamolo, è solo la proposta che il Governo fa, prima di tutto al Parlamento, e poi a tutte le forze sociali perché facciano sentire la loro voce. Prima di votarla, c’è ancora una lunga strada da percorrere, irta di ostacoli da un lato, ma anche di effettive opportunità migliorative.
Ma di una cosa occorre dare atto al Governo: finora non c’era mai stata una Legge di bilancio che in povertà di risorse, come accade attualmente, avesse il coraggio dichiarato di puntare sulla famiglia come fattore di sviluppo del Paese, e in particolare sulla donna, come fattore di progresso e di stabilità. Una Legge di bilancio che mentre guarda alle nuove generazioni, ai bambini che debbono ancora nascere e per i quali crea una ambiente di accoglienza e di formazione, non dimentica gli anziani e contestualmente pensa anche al loro benessere. In un caso e nell’altro, tra le vecchie e le future generazioni, il tempo assume un valore che finora non aveva mai avuto.
Il lavoro delle donne, oggi con le difficoltà tipiche della nostra quotidianità, è il vero anello di congiunzione tra l’assistenza ai bambini e ai nonni, tra relazioni di cura diverse, ma sempre fortemente coinvolgenti. Ed è il tempo della buona politica, che mette davvero la famiglia al centro, e lo fa in un’ottica relazionale, in cui il patto intergenerazionale è la chiave di volta per ricominciare a sperare in un futuro migliore, nonostante le risorse siano poche, sempre meno, perché la guerra che ci circonda impone sacrifici a cui non possiamo sottrarci.
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