Mariangela Melato, come è morta/ La malattia, il tumore al pancreas e la carriera

- Elisa Porcelluzzi

Mariangela Melato è morta dieci anni fa, l'11 gennaio 2013, per un tumore al pancreas, malattia di cui soffriva da anni. Indimenticabile il suo sodalizio artistico con Lina Wertmüller.

mariangela_melato_lapresse Mariangela Melato (LaPresse)

Mariangela Melato, come è morta: tumore al pancreas

Oggi, mercoledì 11 gennaio alle 14.05 su Rai 1 nella puntata di “Oggi è un altro giorno”, Serena Bortone ricorda Mariangela Melato a dieci anni dalla morte. Mariangela Melato è morta l’11 gennaio 2013 a 71 anni, per un tumore del pancreas del quale soffriva da tempo. Per sconfiggere la malattia l’attrice si era sottoposta a un intervento riuscito al 100%: “Si era ripresa benissimo, con la sua solita forza carattere. Dopo essere stata sottoposta a un intervento chirurgico durato dodici ore, aveva voglia di ricominciare subito a lavorare, perché amava immensamente recitare”, ha raccontato la sorella Anna, sulle pagine di DiPiù.

Ma dopo poco il tumore è tornato: “Il male è ricomparso. Negli ultimi due giorni, prima di andarsene, mi ripeteva: ‘Anna, mi sento stanca, molto stanca’. E non mi parlava più del debutto. Un brutto segno. Come se quella prostrazione, più mentale che fisica, le avesse fatto perdere tutto l’entusiasmo di cui era piena”. I funerali di Mariangela Melato sono stati celebrati nella basilica di Santa Maria in Montesanto, detta anche chiesa degli artisti, a Roma.

Mariangela Melato: la carriera e i successi

Mariangela Melato nasce a Milano nel 1941: “Mio padre era di origini tedesche: duro e sensibile insieme. Io gli assomigliavo. Mia madre, milanese allegra, estroversa, mi rimproverava”, raccontava spesso nelle sue interviste. Studia pittura all’Accademia di Brera e nel 1960 entra nella compagnia di Fantasio Piccoli: il debutto è in “Binario cieco” di Terron. È con “Orlando furioso” di Luca Ronconi che raggiunge il primo vero successo. Lavora anche con Garinei e Giovannini. Dagli anni Settanta si dedica al cinema: lavora con Giuseppe Bertolucci (Oggetti smarriti Segreti segreti), con Franco Brusati (Dimenticare Venezia e Il buon soldato), con Pupi Avati (Aiutami a sognare), Mario Monicelli (Panni sporchi). Indimenticabile il sodalizio artistico con Lina Wertmüller in “Mimì metallurgico ferito nell’onore” (1972), “Film d’amore e d’anarchia” (1973) e “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”.





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