Terremoto in Francia: Marine Le Pen condannata per appropriazione indebita sui fondi UE, “ineleggibilità con effetto immediato”. Gli scenari d'ora in poi
IL TRIBUNALE IN FRANCIA CONDANNA ALLA IMMEDIATA INELEGGIBILITÀ PER MARINE LE PEN: TERREMOTO POLITICO NEL CUORE DELL’EUROPA
La leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, potrebbe non potersi candidare alle prossime Elezioni Presidenziali in Francia nel 2027: la sentenza giunta oggi dal Tribunale di Parigi scatena una “tempesta perfetta” sulla politica francese, condannando all’ineleggibilità “con effetto immediato” per la fondatrice della destra francese, da mesi secondo i sondaggi in Francia la vera favorita per la corsa all’Eliseo dopo il doppio mandato di Emmanuel Macron.
Le Pen è stata ritenuta colpevole di appropriazione indebita dei fondi pubblici assieme ad altri 8 eurodeputati RN (ex componenti del gruppo Patrioti per l’Europa): in sostanza, il processo sugli assistenti degli europarlamentari sancisce che i 9 imputati avrebbero utilizzato soldi del Parlamento Europeo per fini interni. Un processo lampo di due mesi vede ora a serio rischio carcere per la leader del RN, oltre che l’ineleggibilità: se però nel primo caso si dovranno aspettare i tre gradi di giudizio (come in Italia), per la possibilità di essere candidati alle Elezioni l’effetto “inelleggibilità” scatta da subito, hanno chiarito i giudici del Tribunale riunitisi oggi per la sentenza di primo grado.
PERCHÈ È STATA CONDANNATA E COSA RISCHIA ORA LA LEADER DELLA DESTRA FRANCESE: LA SENTENZA SUI FONDI UE
Secondo la linea mantenuta dall’accusa, confermata poi nella sentenza dai giudici (ancora non sono però chiari e resi noti gli eventuali anni di reclusione per gli altri condannati), Marine Le Pen e gli altri 8 ex eurodeputati del Rassemblement National avrebbero firmato dei finti contratti per costituire un sistema di “appropriazione indebita” dei fondi in arrivo dall’Europarlamento.
«Queste persone lavoravano in realtà per il partito, che il loro deputato di riferimento non aveva affidato loro alcun compito»: così il Presidente del Tribunale Bénédicte de Perthuis leggendo la sentenza di condanna contro Le Pen e gli altri politici condannati in RN. Con una sorta di “excusatio non petita” lo stesso magistrato ha sottolineato che i temi del processo non riguardano l’aver fatto della politica per gli assistenti al centro delle indagini, bensì «se i contratti sono stati eseguiti o meno».
L’accusa chiedeva la condanna di 5 anni di carcere con 3 di condizionale, oltre all’ineleggibilità immediata (e subito accordata dalla sentenza): la sentenza dice alla fine 4 anni di carcere, di cui 2 senza condizionale e con braccialetto elettronico, con 5 anni di impossibilità ad essere eletta. Resta da capire cosa succederà, mentre sono stati ritenuti validi gli indizi e le prove che mostrerebbero la frode complessiva da 2,9 milioni di euro di fondi UE appropriati in modo indebito. Il quasi certo ricorso di Marine Le Pen potrebbe provvedere un nuovo processo di appello con sentenza non prima dell’autunno 2026, pochi mesi prima delle Elezioni Presidenziali: è inevitabile dunque che già questo primo grado di giudizio abbia un peso esiziale ed enorme sul futuro politico di Marine Le Pen.
DALLA ROMANIA ALLA TURCHIA, ORA ANCHE IN FRANCIA: IL “DILEMMA” SULLE SENTENZE POLITICHE
La vicenda su Marine Le Pen, al netto del tema effettivo delle accuse e delle condanne, mette in luce un nuovo terremoto politico che ben presto potrebbe avere due conseguenze immediate: da un lato, il già fragile Governo Bayrou potrebbe subire una spallata da parte del Rassemblement National che fino ad oggi ha mantenuto in vita l’esecutivo tecnico con la “promessa” di maggiori riforme liberali e di regolari Elezioni verso l’Eliseo tra due anni.
In secondo luogo, la condanna di Le Pen a cascata potrebbe risentire e molto nelle già enormi spaccature interne all’Unione Europea in un momento molto delicato per la vita dell’Europa tra riarmi, difese e guerre. Al di là delle comprensibili parole dure in arrivo da RN e dal Presidente Jordan Bardella – che a questo punto si profila un futuro da candidato in pectore per la destra, se Le Pen rimarrà ineleggibile – la condanna politica da Parigi rischia di porre la Francia “vicina” ad altri caos politico-giudiziari in corso in altre parti d’Europa, dalla Romania in giù.
Lo ha evidenziato lo stesso vicepremier italiano Matteo Salvini, amico e alleato in Europa nei Patrioti con la leader francese Le Pen: la condanna giunta oggi da Parigi rischia di rimettere in campo quanto già avvenuto in Romania negli scorsi mesi, e non da ultimo in Turchia con l’arresto anti-democratico del principale rivale di Erdogan.
Secondo il segretario della Lega, «chi ha paura del giudizio degli elettori spesso si fa rassicurare dal giudizio dei Tribunali»: in una lunga scia che prende origine dalla trentennale battaglia processuale contro Silvio Berlusconi, Salvini evidenzia come il “film” francese di questi giorni assomiglia molto da vicino a quanto avviene in altri Paesi, come la Romania. Non solo, quella contro Le Pen è una sorta di «dichiarazione di guerra da parte di Bruxelles», mettendo assieme la sentenza politica contro RN assieme ai piano di riarmo messi in campo da Macron e Von der Leyen.