A Storie Italiane le novità sull'omicidio di Martina Carbonaro: la 14enne sarebbe morta dopo un'agonia durata un'ora causata da Alessio Tucci
Nello studio della trasmissione Storie Italiane si è tornati a parlare del femminicidio di Martina Carbonaro, la 14enne brutalmente assassinata dall’ex fidanzatino – Alessio Tucci – in quello che in un primo momento venne descritto come un casolare abbandonato, ma che in realtà è il cantiere di un palazzetto dello sport finanziato con i fondi del PNRR e che sarebbe dovuto essere oggetto di una (ovviamente assente) sorveglianza straordinaria: un aspetto non trascurabile perché lascia supporre che, forse, Martina Carbonaro si sarebbe potuta salvare.
Prima di arrivare allo studio di Storie Italiane, è utile fare un passetto indietro per dire che recentemente sono emerse importanti novità sul caso di Martina Carbonaro: oltre al tema del cantiere – sul quale torneremo a breve -, infatti, l’autopsia sul corpo della vittima sembra confermare che la 14enne sia morta dopo circa un’ora di agonia; altro aspetto che fa pensare che la ragazza si sarebbe potuta salvare, aumentando il carico delle accuse su Tucci.
Martina Carbonaro, il padre: “Alessio Tucci l’ha trascinata qui contro la sua volontà, è un mostro”
Parlando proprio dell’autopsia, il legale della famiglia di Martina Carbonaro – il dottor Sergio Pisani – nello studio di Rai 1 ci tiene a chiarire che “se c’è stata veramente un’ora di agonia non possiamo pensare che sia stato un raptus“, sottolineando anche che “in quell’ora si sarebbe potuta salvare”; mentre è lo stesso legale ad anticipare il tema del cantiere, spiegando che “era finanziato con il PNRR e se ci fosse stata la dovuta sorveglianza, riportata anche nel piano dei lavori, certamente Martina poteva essere soccorsa”.
Presente a Storie Italiane anche il padre di Martina Carbonaro, Marcello, che ha ricordato che “sono passati quasi quattro mesi ma più andiamo avanti e peggio ci sentiamo” al punto che “non so neppure descrivere la tragedia”: il più grande risentimento del padre è di aver “dato la nostra fiducia a questo ragazzo” dato che “conosciamo perfettamente la famiglia Tucci e quando hanno iniziato a frequentarsi ci siamo fidati”; definendo Tucci “un mostro, un assassino peggiore di Satana” che quel maledetto lunedì “l’ha trascinata in questo cantiere perché non sarebbe mai venuta in un posto simile di sua volontà“;