MATTEO BASSETTI, “NON È CERTO CHE VACCINO FUNZIONI”/ Variante brasiliana un’incognita
Matteo Bassetti ha confermato i timori nei confronti della variante brasiliana e rispetto ai ritardi del vaccino ha consigliato di focalizzarsi su ottantenni e fragili

L’infettivologo Matteo Bassetti lo ha detto chiaramente: “Non è certo che il vaccino funzioni con la variante brasiliana”. Intervenuto questo pomeriggio ai microfoni di “L’aria che tira”, il programma condotto da Myrta Merlino su La7, Bassetti ha tuttavia rassicurato sull’efficacia del vaccino con le varianti europee. “Che il virus muti è assolutamente fisiologico – ha spiegato il medico – Le varianti europee, tra cui appunto quella inglese, non sono così significative da invalidare il vaccino”.
Altro discorso per la variante brasiliana. “In questo caso – prosegue Bassetti – c’è davvero il rischio che il virus sfugga al nostro sistema immunitario. C’è il caso quindi che chi ha appena fatto l’infezione, possa immediatamente riammalarsi se incontra la variante brasiliana”. Uno scenario preoccupante, che rischia di svegliare troppi timori nella popolazione. “È bene – sono ancora parole di Matteo Bassetti – non fare terrorismo con il rischio che le persone si rifiutino di vaccinarsi. L’unica cosa che possiamo fare in questo momento è continuare a studiare”.
MATTEO BASSETTI, “NON È CERTO CHE VACCINO FUNZIONI, FARE PRIMA SECONDA DOSE”
L’infettivologo ha anche dichiarato di aver già ricevuto la seconda dose di vaccino. L’altra grande questione che sta preoccupando le autorità è appunto quella dei ritardi che le dosi di vaccino continuano ad accumulare praticamente in tutta Europa. “Meglio vaccinare meno persone e metterle però in totale sicurezza – è l’opinione del medico – Gli inglesi sono gli unici ad aver preso la strada inversa, quella di procrastinare la seconda dose per vaccinare tutti”. Il tema è aperto, ma quello che è certo è che il piano A, cioè avere le dose che ci si aspettava a inizio anno, è naufragato. Secondo Bassetti entro fine estate “non sarà possibile vaccinare 40 milioni di italiani. La cosa migliore da fare è focalizzarsi sugli ultraottantenni e i fragili. Prima bisogna dare a loro la seconda dose”. E a proposito del tema della solidarietà tra regioni aggiunge: “non si può fare una gara a chi è stato più bravo. Ci sono regioni che hanno già fatto il 100% delle dosi, ma è stato sbagliato: vuol dire che non stavano accantonando le scorte. Quello che ad esempio abbiamo fatto in Liguria”.
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