Chi è Matteo Mancuso, il chitarrista ospite di Via dei Matti n.0
Matteo Mancuso, il giovane chitarrista ospite di Via dei Matti n.0, il programma di Stefano Bollani e Valentina Cenni trasmesso su Rai3. Il compositore, pianista e cantante italiano accoglie in studio, una casa fatta di musica, aperta ad amici e note, storie e sorrisi. 25 minuti per cantare, ma anche per scoprire tante cose nuove sulla musica sulla sua storia, il giovanissimo chitarrista italiano. Intervistato da gazzettadalba.it, Mancuso ha rivelato come è nata la passione per la musica: “ho iniziato a suonare quando avevo nove anni, indirizzato da mio padre Vincenzo, anch’egli musicista. Più che altro, è stato per me una guida all’ascolto. Alle superiori mi sono iscritto al liceo musicale, iniziando lo studio della chitarra classica e del flauto traverso. Ora frequento il corso di chitarra jazz al Conservatorio. Ho cominciato a suonare e girare l’Italia con gli Snips, mentre ora faccio parte del Matteo Mancuso trio. Nel mio primo album voglio inserire brani miei e pezzi riarrangiati, uniti sotto il filo conduttore della jazz fusion, anche se in realtà non sono propenso a catalogare la musica, scrivo quello che mi va”.
Non solo, parlando della tecnica utilizzata per suonare la chitarra elettrica ha rivelato: “sii chiama Finger style, che letteralmente significa suonare con le dita. Semplicemente, non uso il plettro. Di solito lo si fa nelle chitarre classiche: avendo iniziato con tale strumento, candidamente pensavo si facesse così anche per le elettriche. Non sono, comunque, l’unico musicista ad adottare tale tecnica”.
Matteo Mancuso e la cultura musicale in Italia
Matteo Mancuso si è anche soffermato a parlare su come in Italia viene affrontato il tema cultura musicale: “da quello che ho riscontrato, c’è poco interesse per la musica strumentale, mentre aumenta se aggiungi i testi e ti avvicini al pop. In Europa, soprattutto al nord, è diverso. Anche da noi, comunque, la nicchia si sta espandendo. Ho la fortuna di suonare la chitarra, uno degli strumenti più popolari, per cui ci sarà sempre qualcuno interessato a questo strumento”.
Infine parlando delle scuole e dell’educazione musicale ha precisato: “penso che, nelle ore di musica, si debba porre maggiore attenzione all’ascolto e meno allo studio del flauto. Molti lo vedono come qualcosa di imposto e arrivano a odiare tale strumento. Altre volte, invece, l’approccio è essenzialmente ludico. Se si proponessero brani di tutti i generi, le lezioni sarebbero molto più produttive”.