Luca, Ahmed, Fatima, Giulia e Ramos si erano lasciati alle spalle gli scritti della maturità, ora toccava all'orale. Ed era panico da "collegamento"
Luca era andato al centro di aiuto allo studio, dove aveva chiesto di Riccardo, l’insegnante che lo aveva aiutato durante l’anno in storia e molto meno in filosofia.
“Ciao Luca, che cosa c’è?” gli si era fatto incontro Riccardo non appena lo studente era entrato nella stanza dove il volontario del centro stava scrivendo al computer una relazione per la scuola.
“Ho terminato gli scritti della maturità, non è che potrebbe aiutarmi a preparare l’orale?” aveva chiesto Luca.
“Non so come si possa” aveva risposto Riccardo “ma sarai il quinto che me lo chiede, per cui se proprio avete bisogno tentiamoci. Però facciamo così, lo dico agli altri e ci vediamo domani, può andare? O vuoi fare subito?”
Così si erano trovati il giorno dopo al centro. Erano Luca, Ahmed, Fatima, Giulia e Ramos, tutti con la stessa domanda, come fare i collegamenti tra le materie così da prepararsi al colloquio della maturità.
“Ditemi, come posso aiutarvi?” aveva chiesto Riccardo. “Non è che posso indovinare la foto che vi presenteranno o la frase che vi daranno e da cui dovrete iniziare la vostra esposizione.”
“Lo so che è un terno al lotto” aveva reagito Giulia “ed è inutile che ci mettiamo qui a sfogliare delle foto così da vedere che collegamenti ci vengono in mente. Io non voglio che tiriamo ad indovinare, ma che ci aiuti a capire come si collegano tra di loro le diverse materie, perché io non l’ho mai fatto, non ne sono capace.”
Riccardo aveva capito che la questione era molto a livello basilare, ma aveva tranquillizzato tutti, dicendo loro che se avevano studiato, i collegamenti sarebbero venuti naturali, come passaggi che nascono dentro la ragione che coglie i nessi che vi sono nella realtà. Poi aveva cercato di tranquillizzarli, dicendo loro che non è che dovessero collegare tutto ad ogni costo, quello che si collegava si collegava, se qualche materia rimaneva fuori non vi sarebbe stato nessun problema. “Non forzate nulla! Se fate delle cose in modo ‘tirato’ diventate ridicoli!” aveva detto Riccardo concludendo i suoi suggerimenti.
“Ok!” aveva allora detto Giulia “possiamo fare degli esempi?”
“Va bene, perdonami la resistenza, ma è perché mi fido di voi e oggi cercare dei collegamenti è come cercare un ago nel pagliaio. Quando durante l’anno e prima della maturità studiavate, chissà quanti collegamenti avete trovato.”
“Sì, ma ora non me li ricordo più, ho un vuoto totale!” aveva risposto Giulia e i suoi amici assentivano con il capo.
“Sì, dai, facciamo degli esempi!” anche Ramos aveva allora insistito.
Riccardo allora aveva preso il computer e aveva estratto una fotografia in cui si vedeva un ragazzo in tuta che lavorava al tornio.
“Che collegamenti fate?” aveva allora chiesto Riccardo.
“Beh facile, io parlerei della Rivoluzione industriale” aveva risposto Giulia.
“Io di Rosso Malpelo” aveva aggiunto Luca “e spiegherei come Verga descrive la condizione di vita del Sud nella seconda metà dell’Ottocento.
Fatima allora aveva detto che lei avrebbe parlato di Oliver Twist e dello sfruttamento del lavoro minorile in Inghilterra.
“Io in diritto sottolineerei che l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro e che tutela il lavoro in tutte le sue forme” aveva aggiunto Ahmed, “poi commenterei l’art. 37 della Costituzione in cui si afferma che la donna ha gli stessi diritti e la stessa retribuzione del lavoratore. E qui potrei aprire tutta la questione femminile.”
“Sì, in psicologia” aveva allora detto Giulia “potrei parlare della violenza domestica.”
“E in conclusione?” aveva allora domandato Riccardo.
“Come, in conclusione?”
“Devi tirare le fila di questo percorso, dire ciò che unisce tutti i collegamenti.”
“Io direi” era allora intervenuto Luca “che il lavoro è stato spesso usato per sfruttare l’uomo, mentre nel lavoro l’uomo realizza se stesso e le sue capacità.”
“Io allora” era intervenuto Ahmed “citerei una frase di Steve Jobs che ci ha detto la nostra prof: ‘L’unico modo di fare un gran bel lavoro è amare quello che fate. Se non avete ancora trovato ciò che fa per voi, continuate a cercare, non fermatevi’. Può andare?”
“Così dovete fare!” aveva allora sentenziato Riccardo a cui aveva reagito Giulia con un “troppo facile!”.
E aveva ribadito “ci hai dato una cosa troppo facile!”
“Sarà troppo facile” aveva osservato Riccardo. “Capisco la vostra preoccupazione, perché la maturità è sempre un esame e ad uno sembra di non saper nulla, però voi avete fatto un percorso e quindi saprete mettere insieme tutti i dati che conoscete rispondendo alla sfida che la commissione d’esame vi farà. Io, ribadisco, punto su di voi, un cammino lo avete fatto e spero troviate degli insegnanti che lo sappiano valorizzare. Quindi, tranquilli e all’attacco!”
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