Polemica nei confronti della preside del Scientifico Seguenza di Messina, Letteria Leonardi. Come riferito dal Corriere della Sera, la sessant’enne professoressa, direttrice scolastica da 14 anni, è finita nel tritacarne per una frase infelice: «Sono finita nel tritacarne mediatico per un’affermazione malamente estrapolata dal contesto – le sue parole – mi hanno condannata senza processo. I ragazzi mi hanno chiamata a parlare in un’assemblea autoconvocata – che aggiunge, raccontando come sono andate le cose – dopo che avevo impedito loro l’occupazione della scuola, un rito che si ripropone ogni anno a dicembre. Ma d’altronde i rischi con 1.500 studenti sono troppo alti; e c’è il codice penale, che lo considera un reato». A causa dell’assemblea, le due realtà si confrontano: gli studenti da una parte e la preside dall’altra. Fra i temi del dibattito, la richiesta da parte degli alunni di abolire il contributo volontario di 75 euro a famiglia da versare ad ogni inizio anno.
MESSINA, LA PRESIDE SI DIFENDE: “NON HO OFFESO NESSUNO”
Una richiesta a cui la preside risponde: «Abbiamo fatto i conti. Io sono certissima che le vostre famiglie non soltanto si possono permettere di pagare questi 50 euro, perché questa è una scuola di alto prestigio, non è come le scuole di montagna, voi non siete figli di contadini». Il tutto viene ripreso da uno smartphone e come succede in questi casi, il video fa in breve tempo il giro del web arrivando anche alle redazioni dei giornali. «Non ho offeso nessuno», ribatte la direttrice scolastica, aggiungendo che l’importo richiesto è «abbordabile». La dottoressa Leonardi ha già parlato con il sindaco del paese, che ha compreso le sue motivazioni, ricevendo anche il sostegno dei colleghi, «Ma in rete la gogna è inarrestabile – spiega e conclude amareggiata – Quello che mi fa più male è che hanno minacciato la mia famiglia, i miei figli».