Michael Jordan “Ai Bulls cocaina e donne”/ “Nel mio primo anno era un circo”

- Claudio Franceschini

Michael Jordan e l'aneddoto sullo spogliatoio dei Chicago Bulls, nel documentario The Last Dance lanciato da Netflix: la confessione su come nei primi anni girassero droga e donne.

Rodman Pippen Jordan Jackson Bulls titolo lapresse 2020 640x300 Dennis Rodman, Scottie Pippen, Michael Jordan e Phil Jackson festeggiano il titolo NBA con il sindaco di Chicago (Foto LaPresse)

Nel documentario The Last Dance, di cui Netflix ha anticipato l’uscita, si racconta l’ultima grande cavalcata dei Chicago Bull di Michael Jordan: quella del 1997-1998, del secondo Threepeat e del sesto titolo in otto anni. Dell’evento – un must per tutti gli appassionati di basket, ma in questo caso non solo – abbiamo già parlato; nello specifico, nelle prime due puntate MJ racconta un aneddoto che riguarda il suo anno da rookie, cioè il primo nella NBA dopo essere stato selezionato, con la terza scelta assoluta, dalla franchigia dell’Illinois nel draft 1984 (come sia finito al terzo posto è una storia che meriterebbe un capitolo a parte, qui ovviamente sorvoliamo). Fatto sta che Jordan ha raccontato di come nei suoi primi mesi nello spogliatoio dei Bulls girassero donne e droga, era un gran casino e i veterani della squadra facevano cose mai viste”.

Tra i veterani di quella squadra c’erano anche Reggie Theus, due volte All Star e poi visto a Varese come grande protagonista, e Orlando Wooldrige, scomparso otto anni fa e che avrebbe giocato per Treviso e Virtus Bologna. Jordan racconta in particolare un aneddoto, riconducendolo probabilmente a una gara di preseason a Peoria, sempre nell’Illinois: dice che cercando i suoi compagni in hotel abbia bussato ad una porta e, alla domanda su chi fosse, si sia presentato. “E’ solo il novellino”, ha risposto una voce, e quando la porta si è aperta Michael si è trovato davanti tutta la squadra che faceva “cose che non avevo mai visto in vita mia. C’erano strisce di cocaina ovunque, tubi di marijuana, donne… era un circo, da quel momento sono rimasto solo”.

Già, l’etica del grande lavoratore che è stato Michael Jordan si è fatta riconoscere fin da quel momento; va anche detto che il problema della droga nel mondo della NBA non è certo finito lì ma da tanti anni la Lega ha preso una posizione durissima contro chi viene pescato a fare uso di sostanze illegali, soprattutto stupefacenti. Jordan ricorda che all’epoca era al primo anno con Chicago e dunque non aveva voce in capitolo, e del resto anche lui ha impiegato tempo a creare la sua dinastia. Quando è arrivato, Chicago aveva mancato i playoff nelle tre stagioni precedenti in cui non aveva mai raggiunto le 30 vittorie; con lui la post season sarebbe arrivata subito ma MJ, pur già straordinario realizzatore, fu eliminato per tre anni di fila dai Boston Celtics e la finale della Eastern Conference l’avrebbe raggiunta solo alla sua quinta stagione – fatto fuori da Detroit – per vincere il primo di sei anelli nel 1991, ovvero al settimo anno nella NBA.





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