Michele Padovano/ "Io, condannato per droga e finito in carcere da innocente"
Assolto in Cassazione, Michele Padovano ha raccontato l'incubo vissuto negli ultimi 15 anni: "Nei guai per un prestito ad un amico"
Michele Padovano (LaPresse)
Michele Padovano ha esordito ricordando l’arresto avvenuto dopo una cena al ristorante con amici: ben tre volanti per ammanettarlo. «Subito ho pensato che si trattasse di Scherzi a parte», ha spiegato l’ex calciatore. Dieci giorni in isolamento, tre mesi di carcere e otto mesi di domiciliari, poi la condanna a 8 anni e 8 mesi per traffico internazionale di droga. Pena ridotta a 6 anni e 8 mesi in II grado, fino alla sentenza della Cassazione: condanna annullata e processo d’appello da rifare.
MICHELE PADOVANO: “NON C’ENTRO NULLA CON LA DROGA”
«Questo dramma mi ha cambiato tantissimo ovviamente, ma in effetti sono migliorato perché ho capito chi erano le persone che veramente contavano e mi hanno dimostrato di volermi bene: la famiglia», ha spiegato Michele Padovano ai microfoni di Tuttosport. L’ex bianconero ha ricordato i tre mesi trascorsi in carcere da innocente, elogiando l’umanità dei detenuti, senza dimenticare però l’assenza di solidarietà da quello che era il suo mondo, quello del calcio: «Mi ha girato le spalle. Io chiedevo solo di lavorare, ripartendo anche dal basso, invece niente e solo illusioni».
Michele Padovano ha poi rimarcato di essere finito nei guai per un prestito fatto ad un amico di infanzia, 36 mila euro per l’acquisto di un cavallo: «In quello stesso periodo poi lui faceva anche altro ma io non c’entravo nulla con le sue attività». Infine una battuta sul nuovo processo d’appello: «Mi aspetto l’assoluzione completa perché io è dal primo giorno che lo dico che sono innocente. Ora posso tornare a sperare. Non c’è entro nulla con la droga».
© RIPRODUZIONE RISERVATA