Sono migliaia i documenti nazisti risalenti al dopoguerra che sono stati scoperti nelle scorse settimane presso il tribunale in Argentina
Nelle ultime settimane sarebbero stati scoperti dei documenti nazisti in Argentina, che potrebbero riscrivere la storia in merito al legame fra i seguaci di Hitler e il Paese sudamericano, storico rifugio degli uomini con la svastica dopo la fine della seconda guerra Mondiale.
La notizia, per certi versi clamorosa, è stata riportata in queste ore dall’agenzia Reuters, che racconta come i documenti in questione siano stati ritrovati da Silvio Robles, un funzionario della Corte Suprema. Dopo aver scoperto numerose svastiche su dei libretti di colore rosso sarebbe rimasto scioccato e nel contempo perplesso. Avrebbe quindi iniziato a porsi diverse domande ma non trovando risposte ai propri dubbi ha deciso di contattare Eliahu Hamra, rabbino nonché il massimo esponente argentino della numerosa comunità ebraica locale.
Il Paese albiceleste ha vissuto per anni un paradosso visto che ha ospitato la più grande comunità ebraica dell’America Latina ma nel contempo ha dato rifugio, come detto sopra, a decine di criminali nazisti, alcuni in seguito catturati e arrestati mentre altri svaniti letteralmente nel nulla. Hamra, subito dopo il contatto, ha avvisato Robles che probabilmente la Corte Suprema avrebbe dovuto rispondere a domande imbarazzanti in merito al materiale ritrovato: “L’ho avvisato di tenere presente che questo avrebbe potuto macchiarli”, le parole dello stesso rabbino all’agenzia.
DOCUMENTI NAZISTI PRESSO LA CORTE SUPREMA ARGENTINA: L’APERTURA DEL PAESE ALBICELESTE
La scoperta e la pubblicazione della notizia giunge in un periodo in cui l’Argentina ha deciso di rivedere in qualche modo questa sua parte di passato oscuro e da quando il presidente Javier Milei è stato eletto, il Paese ha dimostrato un maggiore interesse verso l’ebraismo e il sostegno ad Israele, oltre a pubblicare centinaia di documenti classificati dei seguaci del Fuhrer. “Il governo argentino è impegnato a portare alla luce queste questioni”, le parole di Emiliano Díaz, portavoce del governo Milei.
L’Argentina ha affrontato la seconda guerra mondiale come Paese neutrale, poi a marzo 1945 dichiarò guerra alla Germania ma dopo la vittoria degli Alleati i nazisti volarono proprio in Argentina, a cominciare da Josef Mengele, il medico del campo di sterminio di Auschwitz, ma anche Adolf Eichmann, colui che aveva organizzato in maniera scientifica lo sterminio degli ebrei. Ciò che è stato scoperto dalla Corte Suprema argentina resta comunque avvolto dal mistero, anche se la stessa ha affermato di ver trovato diverse scatole che erano già state vista di sfuggita alla fine degli anni ’70, stando ad alcune persone a conoscenza diretta della questione.
DOCUMENTI NAZISTI PRESSO LA CORTE SUPREMA ARGENTINA: “NON RIUSCIVO A CAPIRE…”
“I nazisti in Argentina hanno messo in moto molti sentimenti”, le parole dello storico argentino Germán Friedmann, mentre Jonathan Karszenbaum, direttore del museo locale dell’Olocausto e nipote di sopravvissuti, ha assistito di persona all’apertura delle scatole: “Non riuscivo a registrare nemmeno le mie sensazioni a causa della stranezza del momento”, ha spiegato all’agenzia, ricordando che la scoperta fu fatta all’inizio del mese di maggio. Secondo quanto emerso sarebbero stati trovati ben 5.000 libretti nazisti di cui alcune persone pare fossero a conoscenza da tempo, forse addirittura da 50 anni.
A riguardo un avvocato, tale Alberto Garay, ha spiegato che proprio negli anni ’70 aveva fatto una visita all’archivio della corte suprema argentina insieme ad un amico, e aveva notato queste scatole con del materiale piuttosto strano, ma dopo aver chiesto lumi avrebbe ricevuto come risposta “non toccare”. Il riferimento è a dei quadernetti rossi con il classico simbolo nazista molto probabilmente lo stesso materiale che è stato reso pubblico in queste ore. La sensazione è che verranno effettuate analisi approfondite nelle prossime settimane per cercare di risalire alle origini di questi documenti scottanti, a cominciare dal capire chi li ha portati in Argentina e a chi appartenevano.