Si è parlato a lungo della Ocean Viking e dello scontro sui migranti tra Italia e Francia. Ebbene, l’accoglienza promessa dall’Eliseo non è stata confermata dai fatti. La testimonianza choc è di Bamissa D., tra i 230 a bordo dell’imbarcazione dell’organizzazione no-profit Sos Mediterranèe. Come confidato a Mediapart, lui è stato rispedito a casa dalla Francia: nessuna accoglienza, solo tante parole. Ora si trova a casa di un amico a Bamako, capitale del Mali, senza un soldo e devastato da quanto patito.
Come riportato da Libero, il giovane maliano ha raccontato il trattamento disumano riservatogli dalle autorità francesi, con tanto di espulsione brutale dopo un esame sbrigativo della richiesta d’asilo. L’incubo è iniziato subito, quando i 230 passeggeri della Ocean Viking sono stati ammassati sulla penisola di Giens, nei pressi di Tolone: “Era come una prigione”. Pochi giorni dopo la sua richiesta è stata respinta, ha ricordato il suo avvocato: “Gli è stato rimproverato di non avere elementi che permettevano di corroborare ciò che diceva. Ma il mio cliente era su un’imbarcazione. E’ normale che non avesse alcun documento con lui”.
Migranti accolti dalla Francia già rimpatriati
Insieme a un connazionale, Bamiss è stato accompagnato all’aeroporto di Marsiglia con la promessa di un trasferimento a Parigi. Una bugia: “Quando ci hanno ammanettato davanti alla macchina, ho capito che stava accadendo qualcosa”. Solo una volta arrivati all’aeroporto, i due maliani hanno saputo la vera destinazione: “Ci ha chiesto se conoscevamo la nostra destinazione e abbiamo risposto: Parigi. Lui, invece, ci ha comunicato che saremmo andati a Bamako”.
Non esattamente un’accoglienza modello, decisamente lontana dalle promesse in pompa magna del governo transalpino. Era stato il ministro dell’Interno Gerald Darmanin a esagerare con gli auto-elogi: “Abbiamo dato prova di grande umanità accogliendo questa imbarcazione. Abbiamo fatto rispettare il diritto”. Insomma, chiacchiere su chiacchiere. E i migranti che non sono stati espulsi, si sono volatilizzati, complice la scarsa sorveglianza da parte della polizia transalpina.