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Home » Politica » Immigrazione » MIGRANTI/ “Caso Diciotti e Cassazione vs. governo, il problema è che decidono tutto le milizie (in Libia)”

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MIGRANTI/ “Caso Diciotti e Cassazione vs. governo, il problema è che decidono tutto le milizie (in Libia)”

Int. Mauro Indelicato
Pubblicato 8 Marzo 2025 - Aggiornato alle ore 06:53
Migranti

Sbarco di migranti a Catania dalla Ong "Humanity 1" nel giugno 2024 (Ansa)

Per la Cassazione i migranti della Diciotti vanno risarciti. Lo scontro giudici-governo continua. E adesso sta arrivando anche in Europa

Per la Cassazione, i migranti della nave Diciotti, che dal 16 al 25 agosto 2018 non furono fatti sbarcare, devono essere risarciti. Un pronunciamento arrivato al termine di una causa civile, dopo che quella penale non aveva portato a nessun processo per la mancata autorizzazione a procedere da parte del Parlamento nei confronti di Matteo Salvini, allora ministro dell’Interno del governo giallo-verde guidato da Giuseppe Conte.


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Una sentenza, osserva Mauro Indelicato, giornalista di Inside Over e Affari Italiani, che rappresenta l’ultima tappa della guerra giudici-governo sul tema dell’immigrazione, alla quale tra poco dovrebbe aggiungersi anche un pronunciamento da parte della Corte di giustizia europea, chiamata a decidere sui criteri per definire sicuri i Paesi di provenienza degli stranieri. Visto l’orientamento dei magistrati europei, c’è da aspettarsi una decisione contraria alla linea del governo Meloni.


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Intanto, dalla Libia continuano gli sbarchi in un susseguirsi di arrivi e di momenti di relativa calma: rispetto all’anno scorso, però, l’aumento è di almeno il 20%. La sentenza della Cassazione ha scatenato le reazioni politiche: Giorgia Meloni la definisce opinabile, sottolineando che le persone da risarcire sono entrate in Italia illegalmente, Matteo Salvini vergognosa, Antono Tajani non la condivide ed Elly Schlein invita a non attaccare i giudici.

La Cassazione dice che il governo deve risarcire i migranti irregolari della Diciotti perché fu impedito loro di sbarcare. Un nuovo capitolo dello scontro tra giudici e governo?  


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È solo l’ultima puntata di questa guerra. Tra l’altro, la vicenda riguarda la nave Diciotti, la prima di quelle di cui si è interessata la magistratura. Il contesto è quello dell’estate 2018, con Salvini ministro dell’Interno, nell’ambito del governo Conte 1, quello giallo-verde.

L’ispezione della magistratura a bordo della nave è stato il primo caso di scontro tra la linea del centrodestra e quella dei giudici sull’immigrazione. La vicenda, dal punto di vista penale, era finita in niente, perché il Parlamento aveva negato l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini.

Perché allora si ritorna a parlarne?  

Se ne parla a sette anni di distanza perché, mentre sul profilo penale tutto si è concluso da tempo, è rimasta una causa civile. Il fatto che sia ritornato a galla questo caso dimostra che la linea della magistratura è diametralmente opposta a quella della maggioranza. Nel caso Open Arms le due linee si sono scontrate nel processo (nel quale Salvini è stato assolto, nda) dentro le aule.

Qui ci siamo arrivati adesso perché non c’è stato un processo penale, ma è andata avanti una causa civile. Alla prima occasione, i giudici hanno fornito la loro interpretazione, secondo cui quello di Salvini non era un atto politico, ma un atto amministrativo cui il ministro non ha dato seguito. Da qui il risarcimento a favore dei migranti.

Su cosa si scontrano le due linee?  

La linea della giurisprudenza è quella per cui vanno garantiti i soccorsi e un punto di sbarco; quella del centrodestra è diversa: punta a bloccare temporaneamente lo sbarco in attesa di trovare una migliore sistemazione o il modo per ospitare i migranti.

Dai giudici, stavolta quelli europei, si aspetta anche un’altra risposta, quella relativa alla definizione dei Paesi sicuri, un tema messo in evidenza in occasione dell’apertura delle strutture per i migranti in Albania. Cosa ci dobbiamo aspettare dalla Corte di giustizia europea? Quale sembra essere il suo orientamento?  

La divergenza tra la linea giurisprudenziale e quella del nostro governo si ripete anche a livello europeo. Credo che, sulla base delle pronunce in ambito europeo su casi simili, dalla Corte di giustizia ci si debba aspettare la conferma delle sentenze viste fin qui in Italia. Qualsiasi sia la pronuncia, comunque, non mancheranno le polemiche. La sentenza attesa dovrà indicare le linee per definire i Paesi sicuri, fondamentali non solo per il governo italiano, ma anche per gli altri governi europei.

Dopo un periodo in cui gli sbarchi sulle nostre coste erano in forte calo, gli arrivi sono ripresi, soprattutto dalla Libia. A che punto siamo? C’è la possibilità di esercitare controlli sulle partenze o siamo ancora in balìa del volere delle milizie?

Quando gli sbarchi diminuiscono, è semplicemente perché, per motivi interni alla Libia, le milizie non riescono più a mettere in mare i migranti oppure perché hanno incassato soldi arrivati da Tripoli o da altre parti. Alla fine, però, il bello e il cattivo tempo lo fanno sempre le milizie. In questo momento, in Libia sono riuscite a far ripartire in maniera importante il macabro business delle traversate illegali.

Il mese di gennaio è trascorso tranquillo nella prima parte, poi c’è stata un’impennata che ha coinvolto anche febbraio; ora sembrerebbe esserci un nuovo calo, ma negli ultimissimi giorni ci sono stati altri sbarchi. Una situazione che cambia di continuo, anche se, rispetto all’anno scorso, c’è un aumento nell’ordine del 20-30 per cento. Tutto è dovuto al fatto che la Libia resta un Paese incontrollabile.

(Paolo Rossetti)

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Tags: Matteo SalviniGiorgia MeloniAntonio TajaniElly Schlein

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