Expo 2015/1 Modello Milano, la ricetta contro il declino
Massimo Ferlini (Presidente Cdo-Milano) interviene nel dibattito sulla vittoria della città italiana, spiegando le ragioni profonde di questo successo e i possibili risvolti politici e culturali. Il commento di SANGALLI e ARTUSI. Leggi le REAZIONI DI POLITICI, IMPRENDITORI E ASSOCIAZIONI. All’interno, gli approfondimenti di DEL DEBBIO, SEN, MORATTI e ROTH. Ascolta l’intervista a GIORGIO VITTADINI per “Al di là della notizia”

Il fatto che Milano sia riuscita ad aggiudicarsi l’Esposizione universale del 2015 è in primo luogo una vittoria importante del Sindaco, Letizia Moratti, e di quel “modello Milano” che si è avvalso (e lo si è visto in questi anni) della collaborazione fra le diverse istituzioni locali. Il fondamento di questo modello è innanzitutto quello di dare voce alla Milano che non sopporta la retorica delle tante cassandre che continuano a parlare di declino, sia di questa città che dell’Italia intera. La vera ambiguità che soggiace alla posizione del partito dei “declinisti” consiste soprattutto nel pensare che siano le istituzioni a dover fare tutto, e a risolvere i problemi della gente.
Ora questa grande vittoria genera la possibilità di sviluppare occasioni importanti. La prima è legata al tema stesso dell’Expo: «Nutrire il pianeta». Un tema straordinario, che offre una vastissima gamma di sviluppi in diversi campi. Si va infatti dal tema della qualità della vita, a tutta una serie di possibili studi e progetti che andranno a coinvolgere il mondo della ricerca scientifica, dell’innovazione, dell’educazione.
In secondo luogo, bisogna portare avanti la sfida di fare di Milano la capitale della sussidiarietà. I temi portanti di questo metodo sono innanzitutto il protagonismo della persona, come soggetto attivo e non come “suddito” delle istituzioni. L’altro elemento essenziale è il ruolo fondamentale del nostro tessuto di piccole e medie imprese. Tutto questo porta a creare una nuova governance basata appunto sul metodo della sussidiarietà, dove non sono più le istituzioni che calano dall’alto progetti, che solitamente portano alla realizzazione di vere e proprie cattedrali nel deserto, ma è la società stessa (persone, associazioni, imprese etc.) che costruisce e realizza ciò che emerge direttamente dalle esigenze e dalla volontà della gente.
Milano deve inoltre sviluppare un’altra grande occasione che si presenta con questa vittoria dell’Expo: quello di costruire una vera e grande città metropolitana, sul modello delle città metropolitane europee e mondiali. Per fare questo ci saranno a disposizione moltissimi finanziamenti, che dovranno essere utilizzati intelligentemente. Milano, con la sua collocazione fondamentale al centro della pianura Padana e vicina all’Europa, ha come vocazione strutturale quella di connettere uomini e cose. È giunto il momento di valorizzare al massimo questa vocazione, puntando su alcuni nodi essenziali, come, ad esempio, Malpensa e il polo fieristico. L’esito di questo lavoro, che darà fiato a tutte le infrastrutture milanesi, dovrà essere quello di rendere Milano non solo bella da vedere, per il periodo dell’Expo, ma anche più bella da vivere, anche dopo questa grande manifestazione internazionale.
(Massimo Ferlini)
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