ELEZIONI/ 2. Formigoni (Pdl): i moderati ci hanno punito

- int. Roberto Formigoni

"Con la Moratti sotto al 46%, significa che dai milanesi moderati è giunto un segnale critico nei confronti del centrodestra". E' l'analisi di ROBERTO FORMIGONI

formigoni-r400 Foto Ansa

«Pancia a terra per vincere i ballottaggi, e prima di parlare di una tornata deludente aspettiamo di conoscere i dati definitivi. Se le percentuali su Milano di domani mattina (oggi, Ndr) dovessero assegnare alla Moratti il 46%, vorrebbe dire che ha mantenuto lo stesso risultato di cinque anni fa». E’ il commento, ottimista nonostante tutto, con cui il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, analizza il voto delle elezioni amministrative 2011. I dati delle 21.30 diffusi dal ministero dell’Interno per il Comune di Milano danno Letizia Moratti al 41,57%, contro il 48,11% di Giuliano Pisapia: in tutto oltre 15mila voti di scarto. E soprattutto, con il Pd (al 28,79%) leggermente sopra al Pdl con il 28,77%. Ma Formigoni, intervistato alle 8 di sera, preferisce un cauto ottimismo perché, come sottolinea più volte, i dati definitivi potrebbero essere anche significativamente diversi.


Formigoni, come valuta questa prima tornata delle elezioni amministrative?

Innanzitutto bisogna avere davanti il quadro definitivo, le valutazioni all’ora in cui parliamo non possono che essere di estrema prudenza. E’ ormai sicuro il ballottaggio a Milano, e in secondo luogo si tratta di vedere dove si colloca il voto di Letizia Moratti. Se sarà sopra il 46% è un dato accettabile. Se si collocasse sotto il 46% è chiaro che questo risultato segnalerebbe una criticità o più di una. Nel 2006 la Moratti vinse con il 51%, ma era sostenuta anche dall’Udc, il cui elettorato è di circa il 3,5%, e dall’ex An, oggi Fli, il cui apporto può essere considerato dell’1,5%. E 51% meno cinque fa appunto 46%. Va sottolineato comunque che consideravamo il ballottaggio un fatto inevitabile. In ogni caso, entro le prossime 24 ore esamineremo da questi dati qual è il segnale che l’elettorato ci ha voluto mandare. Dopo di che bisognerà impegnarsi per un campagna molto forte, unitaria e chiara in vista del ballottaggio.


Gli ultimi dati del ministero danno però la Moratti di qualche punto al di sotto del 46%…

E’ chiaro che se il risultato definitivo sarà quello, significa che ci sono degli elettori moderati che hanno voluto mandare un segnale di negatività o di criticità nei confronti della coalizione. Nei 15 giorni che ci rimangono, bisognerà quindi spiegare loro che la Moratti e il Comune di Milano hanno fatto molto di più di quello che è stato comunicato loro. E soprattutto, che potranno fare ancora di più nei prossimi cinque anni: è questo il motivo per il quale vale la pena rivotare la Moratti.


Ma le amministrative sono anche un segnale per il Pdl a livello nazionale?

Ci troviamo in un periodo di crisi economica, normalmente in questi periodi tutte le coalizioni al governo pagano pesantemente il pegno: basta guardare a quello che sta avvenendo in tutta Europa. In Italia invece non sta avvenendo così, la coalizione di centrodestra e il Pdl in particolare a livello nazionale stanno tenendo in maniera significativa. Mentre il Pd, principale partito d’opposizione, pur vincendo a Torino lo fa con percentuali molto inferiori rispetto alla precedente amministrazione di Chiamparino: parliamo di circa il 10-12 per cento in meno. Per non parlare del fatto che a Napoli sta subendo un risultato che non lo manda nemmeno al ballottaggio. E non dimentichiamo che anche a Milano il Pd ha visto soccombere il suo candidato, e che Pisapia, candidato del centrosinistra, è espressione di un socio minore della coalizione di centrosinistra.


Il Pd non cresce in modo omogeneo, però il centrosinistra si rafforza…

Per quanto riguarda la Lombardia mi giungono dati di risultati positivi, anche se con qualche eccezione, o anche molto positivi per quanto riguarda il Pdl. Ovviamente mi riferisco ai dati delle 19, quindi sono ben lungi dall’avere una panoramica complessiva. Per quanto riguarda il resto d’Italia, tolto Torino di cui ho già detto, a Bologna al momento attuale il candidato del Pd sarebbe costretto al ballottaggio. Per quanto riguarda Napoli il risultato del Pd è disastroso, perché non arriva neppure al secondo turno e l’ombra ricattatoria dell’estremismo dell’Idv diventa sempre più pensante. Il Pd sa che con l’Idv si può accumulare il sostegno di molti indignati, ma certamente non si possono vincere le elezioni a livello nazionale.


Qual è invece la sua analisi dei risultati della Lega nord?

A Bologna il candidato sindaco era suo e quindi era chiaro che sarebbe cresciuta, ma anche questo va commisurato con gli altri risultati. Attendo i risultati definitivi su Milano, al momento in cui parliamo la Lega nord avrebbe il 10%, quindi in flessione rispetto alle regionali dell’anno scorso, e bisogna poi valutare il dato nelle altre città.

Il risultato di Milano è da imputare alla Moratti o al Pdl?

A Milano c’è stata una perfetta sintonia tra la coalizione, il candidato sindaco e i candidati delle liste, quindi se ci sono dei limiti vanno imputati a tutti. Si è sempre agito concordemente, e adesso lavoreremo, ancora più concordemente, per ottenere un risultato positivo al ballottaggio.

E’ possibile un accordo tra centrodestra e Terzo polo, almeno per Milano?

Non credo. Il Terzo polo a Milano non esiste, esiste una posizione dell’Udc e un’altra del Fli, quest’ultima però non credo che sia determinante. Valuteremo nei prossimi giorni, ma non credo che il ballottaggio si giochi sull’accordo con il Terzo polo.

A Milano il centrodestra ha commesso quantomeno degli errori di comunicazione?

Sì, ho in mente per esempio l’Expo. Dopo la vittoria clamorosa che certamente ha ottenuto il consenso di molti cittadini, non si è spiegato a sufficienza che l’Expo era un evento che avrebbe avuto luogo nel 2015. E che quindi perlomeno nei primi 3 o 4 anni non si sarebbe visto nulla di concreto, perché questi anni sarebbero stati dedicati all’ingegnerizzazione del progetto, alla progettazione delle infrastrutture, all’adempimento di una serie di obblighi formali dai quali i cittadini non avrebbero ricavato alcun vantaggio. Si doveva comunicare molto meglio: «Noi abbiamo vinto, ma l’esposizione si terrà nel 2015 e i risultati concreti li vedrete a partire dal 2013-2014».

Su cosa deve lavorare il Pdl per tornare a vincere?

Ci dobbiamo concentrare sui prossimi 15 giorni, per vincere in tutti i ballottaggi ai quali parteciperemo. E per vincere i ballottaggi bisogna esaminare i dati quartiere per quartiere, zona per zona, per comprendere le eventuali criticità. E il giorno dopo i ballottaggi, quando le elezioni amministrative saranno chiuse davvero, andrà fatta una valutazione complessiva sul dato italiano.

 

(Pietro Vernizzi)





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