Millennials e Gen Z abbandonano figli e matrimoni: tra debiti, carriera e social media, il crollo delle nascite ridisegna il futuro globale

Millennials e Gen Z stanno progressivamente riscrivendo il copione dell’esistenza: preferiscono i meme agli annunci di gravidanza, gli swipe su Tinder alle cene romantiche, i viaggi low cost alle culle.

Negli Stati Uniti, il tasso di fertilità è crollato a 1,7 figli per donna, mentre le famiglie unipersonali hanno superato i 38,5 milioni, trasformando il Paese in un arcipelago di solitudini connesse via Wi-Fi.

“Essere single non è più una condanna, ma uno status symbol”, spiega il sociologo Kent Bausman: Millennials e Gen Z, schiacciati da debiti studenteschi e affitti proibitivi, hanno sostituito il sogno della casa con giardino con quello di una carriera instagrammabile.

Serie tv come “Sex and the City” hanno venduto l’illusione che l’indipendenza equivalga a felicità per Millenials e Gen Z, ma i dati rivelano un paradosso: il 42% degli adulti under 40 non ha un partner, e le donne, sempre più istruite, rifiutano compromessi con uomini economicamente fragili.

In Corea del Sud, dove il tasso di natalità è 0,75, i governi lanciano allarmi apocalittici, mentre in Italia (1,1 figli per donna) le culle nei reparti maternità sembrano cimeli di un’era passata.

Millennials Gen Z non stanno solo rinviando la genitorialità: stanno seppellendo un modello sociale costruito sulla famiglia, sostituendolo con un individualismo liquido, dove l’unico legame stabile è con lo smartphone.

Millennials e Gen Z: l’utero in recessione e il collasso demografico


“Abbiamo creato un mondo in cui fare figli è un lusso, non un diritto”, accusa l’economista Richard Fry e con stipendi stagnanti dal 1999 e il costo di un bambino stimato in 300.000 dollari fino alla maggiore età, Millennials e Gen Z trattano la procreazione come un investimento ad alto rischio.

Il risultato? Entro il 2050, 23 Paesi vedranno la popolazione dimezzata, con il Giappone in prima linea: qui, ogni anno sparisce l’equivalente di una città come Hiroshima, ma non è solo una questione economica: i social media hanno eroso la capacità di costruire relazioni autentiche.

“I giovani confondono i like con l’amore”, nota Bausman, mentre app d’incontri come Tinder trasformano il corteggiamento in un gioco di accumulo seriale.

Le politiche pro-natalitàbonus bebè, congedi parentali – risultano fallimentari perché ignorano il cuore del problema: per Millennials e Gen Z, la vita è un catalogo di esperienze da consumare, non un progetto da tramandare.

E mentre i governi piangono il crollo delle nascite, Millennials e Gen Z postano storie su Instagram con l’hashtag #Childfree, celebrando una libertà che somiglia sempre più a un’arma di autodistruzione di massa.

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