Il sindaco di Riace Mimmo Lucano è stato dichiarato decaduto dal tribunale di Locri: applicata la Legge Severino per la condanna per falso in atto pubblico
È stata depositata nella giornata di oggi la sentenza del tribunale di Locri con la quale il sindaco di Riace Mimmo Lucano – noto alle pagine di cronaca per il sistema di accoglienza messo in piedi nella cittadina calabrese – è stato dichiarato decaduto ai sensi della condanna per il processo rinominato “Xenia”: una decisione alla quale il sindaco ha prontamente reagito, promettendo di continuare la sua battaglia nei tribunali di grado superiore e di non lasciare la sua poltrona da Primo cittadino.
Facendo prima di tutto un passo indietro, vale la pena ricordare che in questi anni sono stati parecchi i guai legali per Mimmo Lucano: tutto è partito con l’avvio dell’inchiesta “Xenia” che mirava a smantellare il suo presunto sistema truffaldino di accoglienza per migranti ai danni dello stato; mentre pur a fronte di una condanna piena da parte del primo grado di giudizio, l’europarlamentare di AVS era stato scagionato in Appello e in Cassazione.
Dei tanti reati contestati in quell’occasione a Mimmo Lucano, era rimasto solo quello di “falso in atto pubblico” per via di una delibera relativa ad alcuni rimborsi che avrebbe dovuto ricevere per i “costi di gestione dei progetti Cas” pur in assenza dei dovuti “presupposti” per richiederli: per questo reato, il Primo cittadino di Riace era stato condannato a 16 mesi di reclusione con pena sospesa ed è qui che entra in gioco la cosiddetta Legge Severino.

Mimmo Lucano dichiarato decaduto: il sindaco di Riace promette di fare appello e arrivare fino in Cassazione
A portare la causa sul decadimento di Mimmo Lucano in tribunale è stato la prefettura di Reggio Calabria chiedendo, appunto, di applicare la Legge Severino: l’esito è stato quello da cui siamo partiti, con il tribunale che ha notato che la condotta del sindaco di Riace “comportava ictu oculi l’abuso dei poteri certificatori connessi alla sua posizione di pubblico ufficiale” e tale circostanza è sufficiente per dichiararne il decadimento.
Resta comunque ancorato alla poltrona lo stesso Mimmo Lucano, che interpellato da Repubblica ha spiegato di aver avuto un iniziare “momento di sconforto”, promettendo poco dopo che “non ho certo intenzione di arrendermi“: dal suo punto di vista – spiega questa volta al Dubbio – si tratta di una causa del tutto politica legata ai dissapori con il Viminale per il sistema di accoglienza di Riace e resta fermo che “siamo crona” e, nel caso le circostanze lo richiedessero, anche ad arrivare “fino in Cassazione”, il tutto restando nel frattempo “sindaco fino alla pronuncia definitiva”.
