Mogol e Lucio Battisti, perchè la rottura?/ “Non è stata una questione di soldi”
Mogol e Lucio Battisti come mai la rottura artistica? Un sodalizio durato 15 anni di successi e canzoni senza tempo finito per incomprensioni

Mogol e Lucio Battisti: un sodalizio artistico durato 15 anni
Mogol e Lucio Battisti come mai la rottura artistica? Un sodalizio durato 15 anni di successi e canzoni senza tempo finito per delle incomprensioni. Proprio Mogol, dopo la prematura scomparsa dell’amico Lucio Battisti, ha voluto mettere i puntini sulle “i” chiarendo i motivi che li hanno spinti a rompere la collaborazione artistica. “Grandissimo musicista, compositore e interprete” – ha detto il paroliere delle pagine de La Nuova Sardegna a cui ha confessato, in merito alla fine del sodalizio artistico, – “sono certo che avremmo potuto fare altri album straordinari. Non ho alcuna incertezza. Ma c’è stata una ragione di principio che ci ha portato a dividerci, non è stata una questione di soldi. Lui insieme alla moglie aveva deciso di vendere la Numero Uno e ci siamo ripartiti equamente le nostre quote editoriali. Ma io mica mi sono fermato…”.
L’incontro tra Mogol e Lucio Battisti ha cambiato per sempre le sorti della musica italiana. La “coppia”, infatti, ha dato vita ad alcune delle più belle canzoni della musica che, ancora oggi, sono ascoltate da diverse generazioni. Il primo incontro avvenne nel 1965 e da allora, per 15 anni lunghi anni, il duo ha pubblicato canzone senza tempo.
Mogol e i motivi della rottura con Lucio Battisti
“È stato un continuo crescendo: la terza canzone era già un successo. Ma forse il vero salto c’è stato quando l’ho convinto a cantare. Lui non voleva, diceva: io sono un autore. Ma io avevo visto i suoi provini e mi avevano convinto” ha raccontato Mogol sulla collaborazione artistica con Lucio Battisti. Dopo 15 anni di successi però qualcosa si rompe tra i due e, nel 1980, decidono di mettere la parola fine alla loro collaborazione.
Proprio Mogol, nel libro “Il mio mestiere è vivere la vita” ha raccontato: “allora c’era questa formula per cui il musicista prendeva l’8% e il paroliere il 4%, la Siae voleva così. Battisti quando ha iniziato era un dilettante, eppure io non ho mai voluto fargli firmare nessun documento sotterraneo. Sempre il 4% a me l’8% a lui. Quando abbiamo venduto i diritti dei brani alla Numero Uno ho detto che avrei scritto alla pari: 6% a lui e 6% a me, altrimenti non avrei più scritto. Da allora Lucio ha cominciato lavorare con altri”.
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