Mohammad Hannoun, bufera per video choc in cui nega la strage di Hamas del 7 ottobre e attacca il governo Meloni. Il Tempo parla anche dei "legami sinistri"

Legami sinistri, così Il Tempo definisce gli intrecci tra un imam considerato vicino ad Hamas e la sinistra italiana: si tratta di Mohammad Hannoun, che sta facendo discutere per un video choc e messaggi poi cancellati in cui contesta la versione ufficiale dell’attacco del gruppo terroristico del 7 ottobre, arrivando a definirlo una falsità.



Erano passati pochi giorni da quell’evento terribile: era il 13 ottobre 2023. Le sue parole sono sparite, ma il quotidiano ne è entrato in possesso, spiegando che Hannoun ha anche espresso critiche al governo italiano e agli altri governi occidentali per il sostegno a Israele e per aver paragonato Hamas all’Isis, ritenendolo un confronto non solo falso, ma pure ingiusto.



Per l’imam della moschea di Genova, Hamas è “resistenza” contro Israele, quindi si rifiuta di condannare le azioni del gruppo, anzi muove accuse contro Israele per il massacro da decenni di palestinesi, definendo Gaza una “prigione a cielo aperto” dove vivono milioni di persone senza diritti.

Camion di aiuti al valico di Rafah tra Egitto e Gaza (ANSA-EPA 2025)

Dunque, per Mohammad Hannoun c’è un doppio standard nell’approccio internazionale: si arma e si sostiene l’Ucraina contro la Russia, ma poi si demonizza la resistenza palestinese.

I “LEGAMI SINISTRI” E I CASI PRECEDENTI

Ma Mohammad Hannoun è anche fondatore di un’associazione che negli Stati Uniti è ritenuta una “falsa organizzazione caritatevole” e sospettata di aver finanziato l’ala militare di Hamas. Il Tempo, a proposito dei “legami sinistri”, ha ricordato che diversi politici della sinistra italiana sono stati fotografati insieme all’imam vicino ad Hamas, citando Laura Boldrini, Marco Furfaro e Nicola Fratoianni. Invece, Angelo Bonelli ha chiesto di intervenire contro Hannoun, e nel frattempo ha chiesto al governo italiano di prendere posizione contro Israele per il “genocidio” e la “pulizia etnica” a Gaza.



Ma già in passato l’imam aveva fatto parlare di sé: ad esempio, nel novembre scorso aveva fatto sapere di aver ricevuto il foglio di via dalla questura di Milano per istigazione all’odio e alla violenza. Lo scorso febbraio, invece, Massimiliano Coccia su L’inkiesta aveva scritto che Hannoun aveva intentato una causa civile contro di lui per diffamazione, con un procedimento di mediazione in cui gli sono stati chiesti 300mila euro di risarcimento per i suoi articoli.