Il presidente Putin che revoca un decreto sulla sovranità della Moldavia. E poi le voci, sempre da parte russa, su un presunto piano ucraino per un’azione nello stesso Paese. Almeno a parole la guerra potrebbe aprire un nuovo fronte, in una nazione che al momento ha un governo filoccidentale ma sulla quale la Russia ha mantenuto un interesse non celato. Al di là delle schermaglie verbali, non sembra però essere arrivato veramente il momento di un’iniziativa dei russi nell’area.
Lo spiega Giuseppe Morabito, generale con al suo attivo diverse missioni all’estero, membro fondatore dell’Igsda e del Collegio dei direttori della Nato Defense College Foundation.
Generale come vanno giudicate le uscite russe sulla Moldavia?
Si tratta di una provocazione. Nel suo discorso di martedì il presidente russo ha detto tutte cose ovvie per la sua narrazione, sarebbe stato strano che non le avesse dette. Il tema della Moldavia è qualcosa che potrebbe apparire nuovo ma che ci si poteva aspettare, perché in Moldavia ci sono truppe russe.
In Transnistria, nel territorio che si è autoproclamato Repubblica?
Esatto. Basta guardare la carta geografica: la Moldavia ha una posizione strategica perché controlla commercialmente tutto ciò che entra ed esce dal delta del Danubio.
Da parte russa si sostiene che gli ucraini starebbero preparando un’azione in Moldavia, una provocazione armata che prevedrebbe come pretesto un’offensiva con sabotatori dotati di uniformi russe. Un’ipotesi credibile?
C’è anche la versione ucraina, che ipotizza infiltrazioni russe dalla Transnistria. Quando facevo l’istruttore per la Nato a Kiev, lo scorso decennio, all’università della Difesa ucraina c’erano sia i militari ucraini dell’ovest sia quelli sempre ucraini ma di estrazione filorussa del Donbass. Questo per chiarire che quando i territori erano ancora uniti e in fase di pace si erano creati i presupposti per cui oggi fare finta di essere ucraini o russi non è così difficile, perché nella lingua e culture non c’è questa grande differenza,. Costituire un team credibile di sabotatori da entrambi gli schieramenti è facile e temiamo conto che molti dei quadri dell’esercito ucraino hanno frequentato le scuole militari in Russia, allora Unione Sovietica, prima del 1991.
Quella di prendersi la Moldavia è una minaccia seria?
Se i russi lo avessero voluto e fosse, per loro, strategicamente redditizio l’avrebbero già fatto. Quando i russi avevano preso con decisione la direzione di Odessa, uno degli obiettivi era di ricongiungersi alle forze russe che stavano in Moldavia. Hanno deciso di non farlo per non aprire un altro fronte e adesso minacciano di farlo per mantenere truppe ucraine in allerta in quella zona. Questa minaccia fa in modo che non si possano distogliere forze ucraine da quel territorio in quanto rimane zona di pericolo. In altri termini, Kiev non può sguarnire Odessa per mandare soldati al fronte orientale, proprio perché in Moldavia ci sono unità russe.
Continui per favore.
Ipotizziamo che i russi “occupino” tutta la Moldavia, a contatto con la Romania che è uno Stato membro della Nato. Ma se la Moldavia non viene collegata territorialmente con la Russia, diventa un problema rifornirla. E non si potrebbe andare via terra, infatti l’area costiera su ambo i lati di Odessa è saldamente rimasta sotto controllo ucraino. Occorrerebbe andare via mare ma le acque del Mar Nero sono minate e ci sono navi di tutti gli schieramenti. Non è facile. In ogni manovra militare la parte logistica riveste un’importanza assoluta.
Ciò non toglie che il problema della Transnistria si ponga in ogni caso, non crede?
Certamente. Se ci sarà un cessate il fuoco fra Russia e Ucraina si dovrà inserire la Transnistria nell’accordo, perché i russi hanno già un piede nella regione e la Transnistria è pericolosamente vicina alla Romania, che è un Paese membro dell’Alleanza atlantica.
E se i russi sostenessero un colpo di Stato, come ipotizza la presidente moldava Sandu?
Potrebbero farlo, non si può escludere a priori, ma poi lo Stato “Moldavia” avrebbe difficoltà, perché sia la Nato sia l’Unione Europea, in primis, non ne riconoscerebbero il governo. L’operazione diventerebbe per Mosca un peso logistico e diplomatico enorme.
(Paolo Rossetti)
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