Non sembra un caso che le rovine di quello che è il più antico complesso monastico degli Emirati Arabi Uniti, risalgano a un periodo compreso tra il 6 e il 700 dopo Cristo. E’ proprio infatti nel 600 dopo Cristo che appare la figura di Maometto che con la sua predicazione converte le popolazioni arabe all’Islam. Le rovine della chiesa e del monastero di Sir Bani Yas ci dicono che prima di questi eventi c’era nella penisola araba una presenza cristiana che ha continuato a esistere anche nel primo periodo musulmano, segno di convivenza pacifica. Radici cristiane dunque per gli arabi, come ha commentato il ministro della Tolleranza Al Nahyan, “La chiesa e il monastero di Sir Bani Yas illuminano la nostra storia a livello culturale; la sua esistenza dimostra che i valori di tolleranza e accettazione hanno le loro radici attraverso i secoli. Un patrimonio che ci rende orgogliosi e che sottolinea ancora una volta “l’importanza del dialogo interreligioso e della collaborazione, nonché l’apertura degli EAU ad altre culture”. Il sito è stato inaugurato ufficialmente inc questi giorni, dopo essere stato scoperto nei primi anni 90 sull’isola omonima a circa 200 chilometri a sud ovest di Abu Dhabi. I lavori di restauro hanno permesso l’accesso a nuove aree del complesso fino a oggi c chiuse al pubblico. Nell’area oltre ai resti di una chiesa le rovine di un edificio al cui interno vivevano dozzine di monaci. E non è un caso che proprio ad Abu Dhabi recentemente si sia recato papa Francesco per lanciare un grande momento di dialogo con i musulmani, con la firma del pontefice e del grande imam al-Azhar del documento sulla Fraternità Umana. Quest’anno poi si celebra nel paese arabi l’Anno della tolleranza.
L’ANNO DELLA TOLLERANZA
Presente alla cerimonia di inaugurazione, il Vicario apostolico d’Arabia che ha sottolineato l’impegno della leadership degli Emirati per preservare l’eredità di altre religioni diverse dall’Islam, considerandole parte integrante della cultura nazionale. “Nemmeno io sapevo”, ha detto il presule, “l’esistenza di una chiesa così antica negli Emirati”. All’interno del sito ci sono una chiesa, una residenza, un cimitero e un refettorio dove i religiosi cucinavano pane e pesce preparati da loro stessi. I monaci appartenevano alle comunità cristiane di zone situate al di fuori dei confini dell’impero romano; il sito ha continuato a prosperare per un po’ anche dopo la diffusione dell’Islam nella regione araba. Dal 2015 al 2016, il Dipartimento di Cultura e Turismo di Abu Dhabi ha completato un progetto volto a preservare la chiesa, nel contesto di un piano di gestione più ampio per l’isola.