Inchiesta sulla morte di David Rossi, i vari intrecci scoperti nel corso delle indagini e le piste alternative dal coinvolgimento della ndrangheta allo Ior
La morte di David Rossi, il manager di Monte dei Paschi di Siena precipitato dalla finestra del suo ufficio il 6 marzo del 2013, è stata catalogata come suicidio nonostante le evidenze che negli anni sono emerse grazie alle indagini, che farebbero pensare ad un omicidio programmato nei minimi dettagli. Il caso, portato all’attenzione pubblica anche da commissioni parlamentari sembra essere destinato a restare senza una risposta chiara. Le ipotesi fatte nel corso degli anni, che verranno analizzate anche dal programma Linea di Confine, hanno portato alla scoperta di vari intrecci ed interessi, di soggetti diversi che potrebbero aver avuto un ruolo attivo nel delitto.
Se la prima pista sulla morte di David Rossi si era concentrata sulla crisi del gruppo bancario e sui possibili segreti, in particolare in merito al processo di acquisizione di Antonveneta, che potevano essere stati custoditi proprio negli uffici dove si è consumato il dramma, in quelle successive sono entrati anche nuovi testimoni che hanno rivelato dettagli su moventi alternativi come quello del ricatto a sfondo sessuale ma anche una probabile connessione con la ndrangheta, fino alle ombre del Vaticano e dei conti dello Ior.
Inchiesta sulla morte di David Rossi, le piste alternative: festini, ‘ndrangheta e Vaticano
Una svolta nelle indagini per la morte di David Rossi, arrivò nel 2017, quando l’ex sindaco di Siena rivelò in un fuori onda di un servizio de Le Iene, che l’inchiesta era stata insabbiata a causa del coinvolgimento di alcuni magistrati a festini a luci rosse. Sullo sfondo di questi incontri ai quali partecipavano anche noti politici, proseguì una ricostruzione che vide anche la partecipazione di un ex escort che testimoniò confermando la tesi dell’omicidio, anche se poi le sue dichiarazioni vennero archiviate perché ritenute non credibili.
L’altra pista sulla morte di David Rossi, ancora aperta di cui si sta occupando la Direzione Distrettuale Antimafia, è quella degli interessi della ndrangheta su certificati di deposito bancari intestati a membri di clan malavitosi, uno in particolare il cui numero corrisponde a quello digitato da David sul cellulare poco prima della morte. Nel caso poi sono state fatte anche teorie su un possibile coinvolgimento del Vaticano, con ricatti ed intimidazioni nei confronti del manager dopo la scoperta di conti correnti dello Ior intestati a funzionari di Mps. I collegamenti con questa vicenda portarono anche ad alcune rivelazioni, tra cui testimoni che parlarono di presunte tangenti nell’ambito dell’operazione di acquisizione di Antonveneta. Tuttavia, lo scenario è rimasto ancora conferme.