Morte David Rossi, cosa è successo il 6 marzo 2013? L'inchiesta archiviata come suicidio per ben due volte e i dubbi sullo svolgimento delle indagini
La morte di David Rossi, il capo della comunicazione del gruppo Monte dei Paschi di Siena, avvenuta il 6 marzo del 2013, resta ancora un giallo con molti misteri ed enigmi da risolvere. Del caso tornerà ad occuparsi anche la trasmissione Linea di Confine, che ripercorrerà le tappe più importanti delle indagini per cercare di formulare qualche ipotesi anche alla luce delle ultime novità scoperte. Durante l’inchiesta infatti, si sono susseguite varie teorie sia sull’omicidio che sul movente, che però hanno portato alla conclusione del suicidio come tesi finale, archiviando tutte le prove che non avevano portato ad alcuna conferma del delitto nè al coinvolgimento diretto di altri soggetti che negli anni sono stati indagati.
I dubbi erano stati sollevati principalmente dalla famiglia di David, che non ha mai creduto al fatto che l’uomo si sia tolto la vita volontariamente, anche perchè le ombre sono molte, a cominciare dal ritrovamento del corpo, nella via sottostante l’ufficio dell’uomo, che è stato scoperto dopo un’ora, nonostante il passaggio nella zona fosse frequente. Inoltre restano ancora aperte molte questioni che riguardano le immagini catturate dalla videocamera esterna, nelle quali si vede David cadere e poi un passante che dopo 28 minuti si affaccia apparentemente senza notare nulla.
Morte David Rossi, l’inchiesta per omicidio archiviata e i dubbi sullo svolgimento delle indagini
L’inchiesta per la morte di David Rossi, catalogata per ben due volte come suicidio dopo le indagini, è stata condotta seguendo varie piste che poi non hanno portato di fatto a risultati concreti, nè a prove utili per formulare una accusa di omicidio. Restano però da chiarire molti aspetti, soprattutto in merito alle mancanze rilevate nel percorso giudiziario che la procura ha seguito.
Per identificare l’aggressore infatti, si potevano svolgere esami approfonditi che non sono stati fatti, come ad esempio l’analisi sui fazzoletti sporchi di sangue e sui bigliettini strappati trovati nell’ufficio, considerati spazzatura, ma che potevano aiutare nelle ricerche. Così come la mancata identificazione del passante immortalato dalla telecamera esterna, che poteva anche rischiare una denuncia per omissione di soccorso.
Ultimo dettaglio ma non meno importante è proprio il filmato nel quale si vede l’uomo che cade dalla finestra, ma con una differenza temporale rispetto a quella reale di ben 16 minuti. Nonostante il coinvolgimento successivo di molti personaggi, legati soprattutto alla vicenda della crisi bancaria in atto proprio ai tempi del dramma, l’interessamento della politica e le interrogazioni parlamentari, il caso di David Rossi a 12 anni dalla morte, continua a restare senza una verità.