Al Pio Albergo Trivulzio di Milano non è accaduto niente che non sia successo in altre strutture simile, anzi l’impatto del coronavirus sulla Baggina è stato inferiore in termini di mortalità. È quanto emerge dal rapporto della commissione d’inchiesta. Dopo tre mesi di lavoro è stata, infatti, conclusa la verifica sui decessi da parte dell’Unità di coordinamento multidisciplinare di Regione Lombardia, Comune di Milano e Ats. La relazione conclusiva salva la gestione del Pio Albergo Trivulzio, finito nella bufera durante la fase acuta dell’emergenza Covid-19. Secondo i magistrati, tra cui i magistrati Gherardo Colombo e Giovanni Canzio, la gestione della Baggina non ha avuto esiti diversi o peggiori rispetto a quelli delle altre case di riposo. «Il rapporto tra decessi osservati e decessi attesi nel primo quadrimestre al Trivulzio è stato pari a 1.7 mentre quello corrispondente nelle Rsa di Ats Milano è stato di 2.2», si legge nel rapporto. Dunque, questo eccesso di mortalità «è molto inferiore a quello medio delle altre Rsa (2.9 contro 3.7) e di poco superiore a quello verificatosi nella popolazione over 70 (2.3)».
MORTI RSA, INDAGINE TRIVULZIO E CASO EMILIA ROMAGNA
Dal rapporto emerge quindi che il problema per il Pio Albergo Trivulzio non sono le morti, ma l’assenteismo del personale di assistenza, «che ha assunto dimensioni molto superiori all’atteso». La relazione della Commissione, dunque, smonta la campagna contro la Regione Lombardia e la decisione di usare le Rsa per i degenti Covid dimessi dagli ospedali. Di decessi in eccesso rispetto al passato ce ne sono stati: quasi 300 tra sedi centrali e distaccate, ma non sono più di quanti non siano stati registrati nel resto delle Rsa lombarde o in generale tra gli over 70 in regione. Numeri importanti invece sono stati registrati a Torino, dove un ospite su 5 è deceduto a causa delle complicanze del coronavirus. Il dato è emerso da un’analisi dell’Asl presentata durante un Consiglio comunale aperto. I dati aggiornati al 12 giugno mostrano un aumento di morti nelle Rsa passato dal 12 al 20 per cento. Ancor più rilevante è il caso Emilia Romagna. Il consigliere leghista di Rivergaro Ivano Zangrandi ha ricostruito quanto accaduto nel territorio Piacentino e inviato la lettera a Matteo Salvini. Pare che i decessi nelle Rsa non siano stati tutti conteggiati. «Alla casa protetta Villaverde di Rivergaro, (dove abito), i dati ufficiali attribuiscono 16 decessi ma in realtà sono 24, compreso il medico dottor Airoud».
L’Iss, che ha provato vanamente a ottenere i dati dei decessi da Covid nelle Rsa inviando un questionario a tutte le case di riposo pubbliche d’Italia, riscontrando un tasso di risposta del 41%, nel terzo rapporto ha scritto che in Emilia Romagna il 57,7 per cento degli anziani morti nelle Rsa fino al mese di aprile è deceduto per Covid e patologie correlate, invece in Lombardia il 53,4 per cento. Una percentuale che poi non si ritrova nel report finale dell’Istituto superiore di sanità, dove si parla di tasso mortalità che uguale in Emilia Romagna rispetto alla Lombardia.