Mps conquista la maggioranza assoluta di Mediobanca: successo dell'Opas con il 62,29% del capitale, ora cosa può succedere. Terzo polo bancario in Italia
SUCCESSO DI MPS PER L’OPAS SU MEDIOBANCA: IL CONTROLLO SULLA BANCA DI PIAZZETTA CUCCIA È COMPLETO
Anche se era nell’aria da giorni ora è ufficiale: Mps con l’ultima Opas ha il pieno controllo di Mediobanca, con un netto 62,29% del capitale complessivo della banca con sede in Piazzetta Cuccia. Dopo il tentato aggancio con un Ops respinta dai soci di Mediobanca lo scorso luglio, il coraggioso rilancio con un’offerta pubblica di acquisto e scambio coglie ora nel centro delle ambizioni di Luigi Lovaglio e soci.
Con un’Opas che ha superato la soglia del 50% si diventa automaticamente maggiorenti della banche tra le più importanti e prestigiose del complesso risiko bancario italiano: solo in quest’ultima giornata prevista di offerta, l’adesione di Mps ha avuto ben 134.114.712 nuove azioni, da sole rappresentanti il 16,5% del capitale. Come spiega il comunicato di Borsa italiana – giunto in serate, con i mercati italiani già chiusi – il dato è destinato a crescere ulteriormente anche sopra il 62,3% nel prossime giornate di riapertura dei termini Opas (con le date già previste tra il 16 e il 22 settembre 2025).
La maggioranza assoluta dell’assemblea di Mediobanca porterà dunque il Monte dei Paschi di Siena a scalare gerarchie nel mercato bancario e finanziario europeo: dopo le gestioni disastrose del passato che hanno portato Mps ai limiti della bancarotta, la nuova gestione ha completamente ribaltato canoni, gestioni e prospettive dell’istituto con sede a Siena.
I POSSIBILI SCENARI E LE DIMISSIONI DI NAGEL POSSIBILI (E ANTICIPATE DAL FINANCIAL TIMES)
Ancora prima di ricevere la notizia dell’adesione finale dell’Opas di Mps su Mediobanca, dal Financial Times si parlava delle imminenti dimissioni dell’amministrazione delegato di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel: sebbene resti al momento un retroscena senza conferme, l’impressione è che vi possa essere un importante avvicendamento della gestione management di Mediobanca. Nonostante una forte spinta comunicativa in queste settimane, non è riuscita la “moral suasion” sui grandi investitori e soci storici della banca milanese: le varie governance degli eredi Doris e Delvecchio, ma anche gli stessi Benetton e Caltagirone, hanno tutti aderito all’offerta di Mps non sposando le proposte di Nagel.
Con il successo dell’offerta pubblica ora Lovaglio si ritrova di fatto in mano il terzo gruppo bancario d’Italia, preparando una lunga fase ambiziosa di consolidamento per potenziali ulteriori aggregazioni future: la riunione del cda di Mediobanca invece è fissata per il 18 settembre prossimo e dovrebbe essere quella l’occasione per le dimissioni dell’ad, anche se non è da escludere che qualcosa possa succedere già in questa settimana, specie dopo la maggioranza conquistata di Mps su Mediobanca.
Secondo il Financial Times le dimissioni di Nagel avverrebbero con l’intero Cda, o almeno questo ribadiscono fonti vicine alla banca di Milano sentite direttamente dal quotidiano finanziario inglese: l’aggiunta “cash” da oltre 750 milioni di euro lanciata da Lovaglio con l’ultima mossa sull’Opas di Mediobanca alla fine ha fatto la differenza, segnando quasi certamente iil destino imprenditoriale di Nagel alla guida di Piazzetta Cuccia e sconvolgendo ulteriormente il risiko bancario italiano, con conseguenze e confronti anche molto accesi della stessa politica nazionale.