La seconda giovinezza di Adam Sandler, o per i più maligni il suo dopolavoro, la sua pensione, passa da Netflix che negli ultimi anni ha co-prodotto e distribuito quasi tutti i suoi lavori della sua casa, la Happy Madison. Nel pieno dell’estate arriva un film, per l’appunto estivo e vacanziero, programmaticamente scacciapensieri come Murder Mystery.
Al centro c’è una coppia formata da Sandler, poliziotto ambizioso ma che non riesce a essere promosso al ruolo di detective, e Jennifer Aniston, parrucchiera con la passione per i romanzi gialli. Durante una vacanza europea vengono invitati da un ricco uomo a passare il viaggio con lui e i suoi accoliti: ma l’uomo è trovato morto e ovviamente i coniugi dovranno passare le ferie a risolvere il delitto.
Passato tra le mani di diversi registi e produzioni, Murder Mystery è una commedia gialla scritta da James Vanderbilt e diretta da Kyle Newacheck partendo da un classico spunto alla Agatha Christie, soprattutto Tommy e Tuppence, e adattandolo al filone della commedia americana vacanziera, filone rispolverato persino dal recente Spider-man: Far from Home.
Murder Mystery però declina la nobiltà delle sue origini letterarie attraverso l’annacquata confezione del neo-tv movie, ovvero il film di basso costo e facile fruizione che rappresenta la quantità più consistente del prodotto Netflix: location patinate ma set al risparmio, intreccio ridotto al minimo per concentrarsi sui problemi dei due protagonisti – come fosse una fiction da prima serata -, regia praticamente assente tanto contano solo i duetti (fiacchi, va detto) dei due mattatori.
È una formula che Newacheck non ha intenzione di ravvivare o rimescolare, nemmeno costeggiando un film Netflix di maggior riuscita come Non è romantico? di cui questo poteva rappresentare una sorta di versione thriller (decostruire un genere attraverso i suoi stereotipi cinematografici), limitandosi a un paio di inserimenti action come l’inseguimento automobilistico sulle note di “Shoot to Thrill” degli Ac/Dc.
Un sonnecchioso passatempo, quindi, un film d’andazzo costruito su cliché facilissimi che rendono difficile ogni tipo di emozione, ma che aiutano gli autori a impiegare meno tempo possibile per realizzarlo: e non fa niente se si spreca un cast degno di miglior causa, con attori come Terence Stamp, Gemma Arterton o Dany Boon, per colpa di personaggi inesistenti. La calura estiva chiede di spegnere il cervello e il film è stato visto da 31 milioni di spettatori nei primi tre giorni sulla piattaforma: evidentemente, d’estate si è meno esigenti.