Libreria Feltrinelli di Piazza Piemonte, Milano, pomeriggio di metà settembre. Alle 17 il parterre è già tutto pieno per uno showcase che inizierà alle 18,30. All’ora dell’inizio si saranno assiepate un migliaio di persone. Il CD che verrà presentato è quello di tre artisti italiani della ‘scuola romana’ che hanno deciso di dedicarsi insieme ad un progetto comune: Il padrone della festa è il titolo del cd, e i tre artisti Niccolò Fabi, Max Gazzè e Daniele Silvestri.
“La vostra presenza così numerosa è segno della curiosità che si è generata intorno a questo progetto, che abbiamo curato con grande passione ed impegno. Per noi questo è davvero una grande gioia.” Questo ha detto Max Gazzè durante il frizzante showcase che ha visto i tre artisti dialogare scherzosamente, farsi domande a vicenda e rispondere a qualche altra del numeroso pubblico. Oltre a suonare diversi brani dal nuovo lavoro e una possente triade finale di successi.
Daniele Silvestri esordisce chiedendo a Fabi: “Ma dopo un disco come Ecco, tutti i riconoscimenti ottenuti, chi te l’ha fatto fare a metterti in un progetto con due come noi?” (evito nella trascrizione gli attributi che Silvestri ha assegnato a se stesso e a Gazzè…). E Niccolò risponde che proprio perché era andato tutto bene era ora di fare un cambio. E poco dopo ancora Max sottolinea i connotati di questo cambiamento: “Avevamo la consapevolezza di poter fare qualcosa di unico unendo tre modi di far musica senza prevaricare l’un l’altro. Insieme abbiamo fatto un’opera che non avremmo potuto fare da soli.”
In effetti nel cd coesistono canzoni in cui si sente la zampata predominante di uno dei tre e canzoni in cui invece il lavoro creativo collettivo è preponderante. Chi scrive ha avuto il piacere di incontrare per alcuni minuti i tre prima dello showcase e porre loro qualche domanda. È sicuramente un’amicizia che ha fatto scaturire un progetto di questo tipo: “Sì – risponde Fabi – in parte è così, ma non si può ridurre solo a questo. È importante il principio che ti porta a voler collaborare, circondarti di persone brave per pungolare, rinnovare la tua creatività. Loro sono due musicisti, due cantautori che potrebbero mettere in crisi le mie certezze, farmi vedere le cose da un altro punto di vista. E quindi questa cosa era utile soprattutto dal punto di vista professionale.”
“Abbiamo avuto un approccio da produttori – aggiunge Silvestri – ci interessava il risultato finale a prescindere da chi aveva scritto qualcosa. In alcuni casi era il suggerimento dell’autore stesso: questo ritornello cantalo tu, è più giusto il tuo modo, il tuo timbro.” Un vero e proprio lavoro di gruppo, insomma, una autentica band con un metodo di lavoro che guarda al risultato d’insieme come unione di tre individualità potenti. E la canzone finale, Il padrone della festa, che dà anche il titolo all’album, e che ad un certo punto ripete “Il sasso su cui poggia il nostro culo è il padrone della festa”? “Chiaramente si riferisce al pianeta, su cui oggi abitiamo noi, di cui siamo ospiti, e che un giorno abiteranno altri – risponde Gazzè – e quindi un invito a rispettarlo e preservarlo”.
Poco dopo il testo recita “Siamo ammanettati tutti insieme alla stessa bomba.” “Questa è una frase di Niccolò che io ho rielaborato – commenta Silvestri -. L’essere ammanettati alla stessa bomba ha un aspetto negativo ed uno positivo. La bomba è qualcosa di rischioso, che può esplodere da un momento all’altro. Ma è anche essere connessi, essere nella stessa barca. La barca può navigare o può affondare.”
Ci sarebbero altre domande ma i pochi minuti concessi sono brutalmente finiti. È tempo di scendere e godersi lo showcase. Dal nuovo lavoro i tre eseguono i primi tre brani, Alzo le mani, Life is Sweet e la bellissima L’amore non esiste, inframmezzate da battute, commenti, brevi presentazioni dei brani. Il tutto si conclude con una tripletta di successi, uno a testa, cominciando con La favola di Adamo ed Eva di Gazzè, per proseguire conLasciarsi un giorno a Roma di Fabi e finire con Salirò di Silvestri. Una vera e propria festa per tre artisti che meritano davvero un’accoglienza simile.
Il resto del cd, ascoltato a casa, mostra davvero tutta la profondità di tre strade che si incrociano proficuamente, come le tre radici dell’albero in copertina, interagendo a meraviglia senza perdere ognuno la propria individualità. Un lavoro che è anche un gesto forte, di coesione e creatività, in un periodo in cui ognuno cerca di tirare la – poca – acqua al proprio mulino. Il tour li porterà in una serie di date in Europa per poi approdare alle piazze italiane. Secondo me vale la pena di andarli a sentire.