E’ facile distinguere chi scrisse cosa, tra le canzoni dei Beatles anche se da sempre sono firmate in coppia Lennon-McCartney. Basta riconoscere la voce solista e si saprà chi era il maggiore compositore della canzone in questione anche se i due almeno fino a prima dell’uscita del disco Sgt. Pepper, si aiutavano reciprocamente aggiungendo o togliendo particolari o frasi alla canzone dell’altro. Con Sgt. Pepper inizia la fase in cui ognuno compone per conto proprio, ancor più evidente nel White Album e che segnala anche l’avvicinarsi della fine dei Beatles, proprio per la voglia di lavorare in modo indipendente. Help ad esempio è una canzone di John Lennon in tutto e per tutto, anche il primo brano dei Beatles a introdurre contenuti profondi, in questo caso la solitudine e il dolore esistenziale che avevano sempre caratterizzato Lennon, cresciuto in un ambiente familiare difficile, affidato alla zia dopo la morte della madre e con un padre quasi inesistente. ma anche Ticket to ride è una grande canzone di John, così come A hard day’s night che introduce le tematiche della classe operaia tanto care al musicista scomparso.
Come solista John Lennon ha pubblicato in tutto sette dischi in dieci anni di attività se si escludono ovviamente i dischi sperimentali e provocatori (la foto di copertina del primo riprende John e Yoko completamente nudi e fu ovviamente censurata) Unfinished Music No.1 – Two Virgins, Unfinished Music No.2 – Life with the Lions e Wedding Album, esperimenti di elettronica e improvvisazioni di Yoko Ono. I suoi album veri e propri sono invece Plastic Ono Band, Imagine, Some time in New York City, Mind Games, Walls and Bridges, Rock’n’roll e Double Fantasy. Dal 1975 al 1980 si ritirò completamente dalle scene e dalle incisioni per dedicarsi al figlio avuto con Yoko, Sean, dopo che aveva quasi del tutto ignorato il figlio Julian avuto dal suo primo matrimonio. Tornò in studio a fine 1979 per realizzare quello che sarebbe stato il disco del suo rritorno, Double fantasy, ma purtroppo anche l’ultimo. Rock’n’roll invece era una raccolta di classici di questa musica.
Il primo pensiero, visto quanti suoi coetanei e lo stesso amico Paul McCartney sono ancora in attività, è quanta musica avrebbe potuto regalarci John Lennon se non fosse morto 35 anni fa. Oggi che di anni ne avrebbe compiuti 75, nato il 9 ottobre 1940, ucciso meno di due mesi dopo appena compiuti i 40 anni. Per ricordare la sua nascita qualche giorno fa a New York i suoi sempre tantissimi fan hanno battuto un nuovo record della serie Guinness World, componendo il più grande simbolo della pace fatto di esseri umani di tutti i tempi. L’evento si è tenuto lo scorso 6 ottobre presente anche la vedova Yoko Ono al Central Park, poco lontano da dove è il giardino in memoria di Lennon e ha visto la partecipazione di migliaia di persone. Originario di Liverpool, l’ex Beatle era diventato dopo una lunga battaglia legale cittadino newyorchese dovendosi scontrare con le autorità americane che per la sua attività pacifista cercarono per anni di rifiutargli la cittadinanza. Alla fine ci riuscì, solo per trovare la morte proprio nella città che amava tanto per mano di un folle, Mark Chapman. Oltre alle sue straordinarie composizioni con i Beatles, la sua carriera solista ci ha lasciato capolavori come l’album Imagine del 1971, disco che contiene il brano omonimo che con la sua ingenua utopia è diventato simbolo dei pacifisti di tutto il mondo.