«Il mare è come la musica: contiene e suscita tutti i sogni dell’anima» diceva il più importante psicanalista di ogni tempo, Carl Jung, uomo anche di profonda fede, mentre lo scienziato Philip Ball sosteneva che la musica “è la miscela più straordinaria a noi nota di arte e scienza, logica ed emozione, fisica e psicologica”. E se la musica è anche uno scudo per proteggerci dal male e dalle incomprensioni, per creare una sorta di castello incantato in cui il nostro io si sviluppa e si rafforza, la musica mette anche in contatto le persone una con l’altra. Non è un caso che in molti sostengono che quando l’universo è stato creato da Dio riecheggiava un suono cosmico che è quello che rimane nella nostra memoria ancestrale e a cui aneliamo senza esserne il più delle volte coscienti.
Ed è per questo che i terroristi jihadisti si stanno accanendo così tanto contro i luoghi della musica: il Bataclan, la discoteca in Florida, l’arena di Manchester definita nel comunicato dell’Isis “stadio svergognato”. Secondo alcune autorità religiose islamiche la musica corrompe e istiga alla baldoria. Nell’Islam più ortodosso è consentito un solo tipo di musica, voci senza accompagnamento strumentale, un qualcosa di ipnotico che proibisce alla coscienza di immaginare, aprirsi, mettersi in contatto con gli altri. Perché la musica innesca emozioni e questo non va bene per tenere le persone assoggettate.
Una scena vista durante il grande concerto tenutosi ieri a Manchester in ricordo delle vittime dell’attentato di pochi giorni fa, dice tutto quello che c’è da dire su questa capacità di suscitare emozioni, bellezza, gioia. E’ la scena che ha visto un poliziotto in divisa, il tipico “bobby” come vengono chiamati in Inghilterra, unirsi a un girotondo di ragazzine mentre Justin Bieber stava cantando il brano Sorry. Una scena che ha commosso chi era presente e quanti la stanno vedendo ora su internet, la semplicità di un gesto che significava l’affetto di un uomo adulto per delle ragazzine che avevano visto la morte in faccia e che adesso, con loro, voleva celebrare la vita. Come fa qualunque padre con i propri figli: “quel poliziotto che ballava mano nella mano con le persone è stata la cosa più bella di tutta la serata, amo davvero questo paese” ha commentato qualcuno su twitter. Il concerto di ieri ha attirato più di 60mila persone e numerose grandi star di tutto il mondo, ed è stata la risposta della vita alla morte e al terrore. Arianna Grande, parlando con la madre di una delle vittime, una ragazza di 15 anni, si è sentita dire: “Smetti di piangere, Olivia (la figlia, dr) non avrebbe voluto che tu piangessi”.