Natale Giunta, chef, è intervenuto in qualità di ospite ai microfoni di “Generazione Z”, trasmissione di Rai Due condotta da Monica Setta e andata in onda nella seconda serata di martedì 24 maggio 2022. Il diretto interessato ha raccontato innanzitutto che il 23 maggio 1992, giorno in cui si verificò la strage di Capaci, nella quale persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo, “avevo 12 anni, ero a casa coi miei genitori e ricordo bene quelle sensazioni. Quella di oggi è la generazione che sta cambiando il futuro e che potrà cambiarlo ancora”.
Nel suo libro “Io non ci sto”, Natale Giunta ha raccontato proprio il suo personale rapporto diretto con la mafia, con cui si è dovuto suo malgrado confrontare dieci anni fa: si tratta di una storia che comincia il 3 marzo del 2012, quando due esponenti mafiosi sono andati a bussare a casa di Giunta, “reo” di non avere pagato il pizzo. “Le mie attività stavano andando benissimo – ha sottolineato lo chef –. Speravo sempre che la mafia non arrivasse alla mia porta, invece si presentarono nel mio ufficio tre persone, di cui una che conoscevo”.
NATALE GIUNTA: “LA PAURA VA SUPERATA CON LAVORO, AMBIZIONE E…”
Nel prosieguo di “Generazione Z”, Natale Giunta ha rivelato senza troppi filtri che i mafiosi che si sono presentati da lui “conoscevano tutta la mia attività, mi dissero che c’era gente che mi voleva fare del male e che loro volevano proteggermi. Li ho cacciati subito e da lì ho chiamato un mio amico, mi sono fatto accompagnare dai carabinieri e ho denunciato immediatamente. Quando le forze dell’ordine mi hanno fatto vedere le foto dei soggetti implicati, ho visto che uno di loro era stato coinvolto nel maxi-processo Falcone, quindi era una persona molto pericolosa”.
Infine, un consiglio rivolto ai giovanissimi da parte di Natale Giunta: “Ricordate sempre che la paura va superata con il lavoro, con l’ambizione, con il coraggio e con la fame”.