Si va verso una NATO globale?
Il sogno di una NATO globale continua ad essere in cima alle priorità del segretario generale Jens Stoltenberg, che a più riprese ha ribadito l’importanza di creare un fronte comune contro i regimi autoritari. Cina e Corea del Nord non fanno eccezione, non è dunque un caso che l’idea di espansione NATO sia vista come una “provocazione” in estremo oriente, dove le due grandi potenze, Cine e Corea del Nord, hanno già lanciato chiari avvertimenti all’occidente.
E’ tangibile l’insofferenza che si coglie in una delle ultime note diffuse dall’agenzia di stampa statale nordcoreana KNCA, che nelle sue parole accusa apertamente la NATO di “accelerare col suo carro verso la regione dell’Asia-Pacifico”. “Non gli basta portare le disgrazie della guerra in Ucraina al termine della sua infinita avanzata verso est”, si legge ancora nella nota. “Se la NATO continua a violare la sovranità e gli interessi di sicurezza della Corea del Nord, sarà trattata come un nemico allo stesso modo degli Stati Uniti”, l’avvertimento.
La tensione globale e l’esigenza della NATO di fare “fronte comune”
L’idea di creare un fronte comune contro i regimi autoritari, in grado soprattutto di contenere l’offensiva del Cremlino contro l’Ucraina fa parte di un progetto ampio, che mirerebbe a coinvolgere altri otto “alleati”, tra cui Svezia, Finlandia, Georgia e Ucraina, Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda. Una strategia che, ovviamente, non piace a Putin e che lo ha spinto, ancora una volta, a puntare il dito contro gli Stati Uniti.
“Cosa stanno facendo gli Stati Uniti? Stanno creando sempre più alleanze. E questo dà motivo agli analisti occidentali, agli analisti politici occidentali di dire solo che l’Occidente sta costruendo nuovi ‘assi’. Sono gli analisti occidentali, non noi, a dire che l’Occidente sta iniziando a costruire un nuovo asse simile a quello creato negli anni ’30 dal regime nazista in Germania, quello fascista in Italia e il Giappone militarista”, le parole del presidente russo Vladimir Putin in un’intervista trasmessa dal canale televisivo Rossiya-24 e ripresa poi da Interfax nelle scorse settimane.