Polemiche sul candidato sindaco Dem di New York Zohran Mamdani, i Repubblicani lo accusano di essere un "pazzo comunista" e chiedono revoca cittadinanza

New York, dopo la vittoria alle primarie del partito democratico del candidato sindaco Zohran Mamdani, che ha vinto con il 43,5% dei voti, contro il 36,4% dello sfidante, Andrew Cuomo, si è scatenata la polemica dei Repubblicani, che hanno chiesto al presidente Trump di provvedere con una espulsione immediata, facendo ricorso al “Communist Control Act” una legge che proibisce a chi sostiene il comunismo di avere cariche pubbliche e che in alcuni casi può portare anche alla revoca della cittadinanza con successiva deportazione. Le accuse contro Mamdani, che potrebbe diventare il primo sindaco musulmano di New York, non riguardano solo la sua corrente politica, che lui stesso definisce socialista e democratica, ma anche le sue posizioni su Israele e la vicinanza ai movimenti propal, che spesso accompagnano i suoi comizi pubblici.



Da molti infatti è stato definito antisemita, non solo a causa delle affermazioni attuali in campagna elettorale, ma anche per aver fatto parte di organizzazioni di estrema sinistra che promuovevano una “intifada globale” alimentando l’odio contro gli ebrei. Tra i principali critici c’è stato anche l’attuale sindaco Dem uscente Eric Adams, che ha annunciato la sua candidatura da indipendente con una lista chiamata “Stop Antisemitismo”, staccandosi dal partito e dichiarando: “Mamdani è un truffatore, i democratici hanno superato ogni limite“.



Chi è il candidato sindaco Dem di New York Zohran Mamdani e cosa propone il suo programma in caso di vittoria

Zohran Mamdani, nato in Uganda nel 1991, da genitori indiani, si è trasferito con la famiglia in America all’età di sette anni. Dopo aver fatto parte durante gli anni dell’università di vari movimenti come attivista, entra ufficialmente in politica con il partito democratico durante la campagna elettorale di Bernie Sanders alle primarie per le presidenziali nel 2016. Nel 2024 inizia a manifestare interesse per la candidatura a sindaco di New York, ed inizia a presentare il suo programma per la città che definisce “Un cambiamento progressista”. Tra le proposte , la principale è stata quella di modificare il sistema, prevedendo più tasse per le grandi aziende e maggiori servizi pubblici per le fasce di popolazione con redditi bassi, come ad esempio mezzi pubblici gratuiti e affitti a quote fisse.



Inoltre, ha basato gran parte dei suoi comizi sul promuovere il boicottaggio di Israele da parte del governo statunitense chiedendo la revoca degli aiuti militari e finanziari e sanzioni contro “il genocidio” che si sta compiendo a Gaza. Allo stesso tempo, ha dichiarato di voler sostenere a pieno la causa palestinese, promuovendo e condividendo pubblicamente le ideologie dei movimenti propal, compresa quella di “globalizzare l’intifada”.

Dopo le accuse da parte dei Repubblicani, che hanno chiesto la revoca della cittadinanza, ha dichiarato: “Come quasi il 40% dei newyorkesi, non sono nato in questo Paese. Mi sono trasferito qui a 7 anni. È casa mia. E sono orgoglioso di essere un cittadino, il che significa difendere la nostra Costituzione“.

Trump

Trump attacca il candidato sindaco Dem di New York Mamdani: “Ha un aspetto terribile, non è intelligente, è un pazzo comunista”

Dopo le polemiche dei Repubblicani, che hanno chiesto a Trump di intraprendere una azione concreta contro il candidato sindaco Dem di New York Zohran Mamdani, anche il presidente ha commentato la vittoria alle primarie, esprimendo la propria idea. Allineandosi alle affermazioni dell’attuale primo cittadino Eric Adams, ha scritto in un post su Truth: “Ha un aspetto terribile, ha una voce fastidiosa e non è molto intelligente“,  definendolo “Un pazzo comunista“. Proseguendo poi ha attaccato anche i suoi sostenitori, principalmente Alexandria Ocasio-Cortez, dichiarando: “Sono tutti idioti“.

Mamdani è stato criticato ampiamente anche da politici interni al partito, soprattutto da coloro che sostengono, dopo la sconfitta alle presidenziali, che è evidente la necessità di staccarsi da certe frange radicali, oltre ad aver avvertito circa il rischio di un ulteriore drastico calo di consensi, soprattutto da parte dell’elettorato composto da cittadini ebrei, che a New York rappresentano una delle più grandi comunità del mondo, composta da circa 1,4 milioni di persone.