Papa Leone XIV ha ricevuto il rapporto sulla persecuzione dei cattolici in Nicaragua: dal 2019 a oggi più di mille atti ostili da parte di Ortega

Nella mattinata di oggi, durante il celebrazioni per il Giubileo dei Migranti, l’attivista nicaraguense Muriel Sáenz ha raggiunto Papa Leone XIV al quale ha consegnato il rapporto “Nicaragua: una Chiesa perseguitata” redatto dalla ricercatrice – anche lei nicaraguense – in esilio volontario Martha Patricia Molina che raccoglie alcune lucide e dirette testimonianze di ciò che i religiosi sono costretti a subire in un Nicaragua da troppi anni nelle mani del regime dittatoriale retto da Daniel Ortega e dalla moglie Rosario Murillo.



Un tema – quello delle persecuzioni in Nicaragua – sul quale si era soffermato anche negli anni scorso il precedente pontefice, Francesco, arrivando a definire quella di Ortega una “rozza dittatura” in seguito alla scelta del dittatore di rompere – nel 2023 – tutti i rapporti con il Vaticano, la Santa Sede e la Chiesa cattolica: la ragione, ovviamente, era legata alle voci che testimoniavano la persecuzione religiosa, perdurante almeno dal 2019 e intensificatasi proprio dalla rottura con la Santa Sede.



Dal conto suo, Papa Leone XIV non ha ancora commentato la ricezione del rapporto sulle persecuzioni in Nicaragua, ma l’attivista Muriel Sáenz sui suoi canali social ha spiegato che il pontefice statunitense si è mostrato “molto attento” nel momento in cui ha nominato il Nicaragua, chiedendogli di “intercedere per i prigionieri politici” affinché si possa dare risalto alle loro disperate richieste di libertà; mentre il Papa ha ricevuto anche una confezione di “caffè nicaraguense” che avrebbe definito “molto buono”.

Il fenomeno della persecuzione religiosa in Nicaragua: tra il 2019 e il 2025 registrati 1.010 atti ostili contro la Chiesa

Al di là della consegna del rapporto e di quello che potrebbe conseguirne, interessante è soffermarci sulle evidenze raccolte da Martha Patricia Molina secondo la quale ci sarebbero prove documentate – probabilmente corrispondenti solo a una minima parte di un fenomeno ben più ampio – di almeno 1.010 atti di ostilità contro la Chiesa cattolica in Nicaragua tra il 2019 e il 2025: nel solo ultimo anno (fino a luglio) le ostilità sarebbero almeno 32; mentre tra il 2024 e il 2023 erano state addirittura – rispettivamente – 183 e 321.



Daniel Ortega, presidente del Nicaragua (Foto: ANSA-EPA/RONALD PENA)

Tra gli oltre mille atti ostili contro la Chiesa registrati in Nicaragua, secondo la ricercatrice in esilio ci sarebbero almeno 362 atti di repressione diretta, 244 attacchi contro la chiesa, 103 differenti profanazioni e poi – ancora – 92 discorsi che hanno incitato all’odio, 75 attacchi contro i media religiosi e 36 confische; mentre la riduzione di atti ostili tra il 2024 e il 2025 secondo la ricercatrice sono da imputare più che altro alla crescente paura dei religiosi del Nicaragua di denunciare le vessazioni, più che a una reale diminuzione delle ostilità da parte del regime.