C’è anche Nicola Paris, consigliere regionale della Calabria, tra le persone arrestate nella prima mattinata di oggi, lunedì 2 agosto 2021, nell’ambito dell’operazione “Inter Nos”, nella quale la Guardia di Finanza, su richiesta della Dda di Reggio Calabria, ha eseguito diciassette misure cautelari e sequestrato alcune imprese per un valore complessivo superiore a quota 12 milioni di euro. In particolare, nell’attività di indagine sono state ravvisate infiltrazioni della ‘Ndrangheta negli appalti della sanità reggina.
Come si legge in una nota riportata dall’agenzia di stampa ANSA, i finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e dello Scico “hanno eseguito i provvedimenti cautelari personali e patrimoniali nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro, Roma, Livorno, Verona e Milano. Le indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri, hanno evidenziato l’infiltrazione della ‘Ndrangheta negli appalti dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria”.
NICOLA PARIS ACCUSATO DI CORRUZIONE
Tornando all’elenco delle persone finite in manette, ribadiamo che, al suo interno, figura anche il nome del consigliere regionale Nicola Paris, eletto nel 2020 nella lista dell’Udc con 6.358 preferenze. L’accusa, mossa nei suoi confronti, è quella di corruzione e, come spiega l’ANSA, l’inchiesta della Dda di Reggio Calabria è decisamente vasta e riguarda numerose famiglie mafiose: un dato di fatto testimoniato dalla presenza nel novero degli arrestati di elementi “intranei o ritenuti vicini alle cosche Serraino di Reggio Calabria, Iamonte di Melito Porto Salvo e Floccari di Locri”.
Nel caso specifico di Paris, quest’ultimo, in base a quanto affermato dalla Procura reggina, si sarebbe impegnato al fine di favorire la conferma di un funzionario ritenuto un elemento molto vicino ai clan. Così facendo, l’organizzazione sarebbe riuscita ad attuare una vera e propria opera di controllo degli appalti nel settore sanitario, non ultimi quelli legati alle sanificazioni e all’approvvigionamento delle mascherine facciali, dispositivi di protezione divenuti tristemente di moda nel corso dell’ultimo anno e mezzo a causa della pandemia di Coronavirus. Ulteriori dettagli circa l’attività di indagine dovrebbero essere forniti nel corso della giornata odierna direttamente dagli inquirenti, attraverso una conferenza stampa ufficiale.