Video proteste No Tav, corteo in Val di Susa si trasforma in guerriglia urbana: autostrada bloccata, scontri, incendi. Ora si teme per l'arrivo di Salvini
Una violenta protesta è in corso nei cantieri dell’Alta Velocità in Val di Susa, con centinaia di manifestanti No Tav che hanno bloccato un tratto dell’autostrada e danneggiato parti dei cantieri, arrivando anche a dare fuoco ad alcune strutture. Si è andati ben oltre il dissenso verso Matteo Piantedosi: infatti, il ministro dell’Interno ha parlato apertamente di un «atto di guerriglia urbana», frutto di «un estremismo ideologico» che necessita di un intervento affinché venga isolato e represso.
La giornata era cominciata con una manifestazione: il corteo era partito alle 13 con i tipici slogan del movimento. La marcia popolare ha caratterizzato il secondo giorno del Festival Alta Felicità, ma, a un certo punto, il corteo si è diviso in due tronconi per raggiungere i cantieri. Successivamente, si è aperto in tre fronti, sorvolati da un elicottero della polizia.
CAOS NO TAV: CANTIERI PRESI D’ASSALTO
I manifestanti hanno bloccato il centro di Susa, ma alcune decine di ragazzi sono poi arrivati al cantiere di San Didero, dove hanno cominciato a colpire le reti con sassi e aste di metallo. Il filo spinato è stato rimosso e i manifestanti si sono introdotti all’interno del cantiere, incendiando alcuni bagni chimici. Un altro gruppo ha invaso l’autostrada A32, dando alle fiamme erba secca; poi hanno costruito barriere con reti e legno, che gli automobilisti sono riusciti a rimuovere.
Non sono mancati scontri diretti con la polizia: alcuni No Tav hanno lanciato pietre contro gli agenti. Al cantiere di Chiomonte, invece, si è arrivati al lancio di bombe carta, oltre che di pietre, contro le forze dell’ordine.
LE REAZIONI ALLE PROTESTE VIOLENTE IN VAL DI SUSA
In serata, anche la premier Giorgia Meloni ha commentato i disordini in Val di Susa, preannunciando che, grazie all’introduzione del decreto sicurezza, i responsabili saranno puniti severamente; ha inoltre espresso solidarietà alle forze dell’ordine. Sul caos No Tav si è espresso anche il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, secondo cui «la libertà di manifestare non può mai trasformarsi in un attacco alla collettività e allo Stato».
Il suo assessore alla Sicurezza, Enrico Bussalino, ha avvertito che questa violenza non fermerà la realizzazione di «un’opera fondamentale» per lo sviluppo della regione e del Paese. La vicepresidente regionale, Elena Chiorino, ha parlato di «delinquenza organizzata».
Ora crescono i timori in vista dell’arrivo di Matteo Salvini: il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture è atteso per l’inaugurazione della seconda canna del Frejus, ma, nel frattempo, si è allineato agli alleati, ribadendo la tolleranza zero per i violenti.