Il programma Alpine Space ha festeggiato i 25 anni con un incontro interessante che si è svolto a Salisburgo

Dal 12 al 14 maggio si è svolto a Salisburgo un incontro per il 25° anniversario del Programma Interreg Spazio Alpino. Un evento che ha riunito progetti, istituzioni e stakeholder attivi nelle regioni alpine per riflettere sui risultati raggiunti, sulle lezioni apprese e sulle sfide future. Non si è trattato solo di una celebrazione, ma di un vero e proprio momento di confronto strategico, volto a rafforzare il ruolo del programma come catalizzatore di innovazione sostenibile e cooperazione transnazionale.



Alpine Space affronta sfide comuni e migliora la qualità della vita degli 80 milioni di abitanti della regione, rivolgendosi alle autorità pubbliche a livello nazionale, regionale e locale, agli istituti di istruzione superiore, nonché alle imprese, alle organizzazioni di sostegno alle imprese, alle ONG e alle associazioni.



In questi anni, Alpine Space ha supportato circa 180 progetti, coinvolgendo oltre 2000 tra organizzazioni pubbliche e private, promuovendo soluzioni transnazionali a temi come il cambiamento climatico, economia circolare, energia, innovazione e digitalizzazione, e implementazione di strategie macro-regionali.

A Salisburgo, durante le sessioni tematiche si è discusso di governance multilivello, resilienza climatica, economia circolare, digitalizzazione e coesione sociale. Un filo rosso ha attraversato tutti gli interventi: il valore della collaborazione come leva per la transizione ecologica e la competitività dei territori alpini. I progetti non sono stati presentati come esperienze isolate, ma come parte di un ecosistema più ampio, in cui le soluzioni sperimentate possono essere replicate, adattate e messe a sistema.



A emergere con forza la necessità di consolidare modelli di governance inclusivi e stabili, capaci di coordinare attori pubblici e privati in percorsi di innovazione circolare. Temi che ritrovo anche nel mio lavoro all’interno del progetto ECOLÉ, dove la gestione condivisa degli eco-parchi industriali si fonda su strutture partecipative, strumenti di monitoraggio e politiche locali coerenti. È chiaro che la transizione ecologica richiede non solo soluzioni tecnologiche, ma soprattutto architetture istituzionali capaci di farle funzionare sul lungo periodo.

Un tuffo nel passato per guardare al futuro

A completare l’esperienza, il 14 maggio ho visitato il Salzburger Freilichtmuseum, un museo all’aperto immerso nel paesaggio di Großgmain, che raccoglie testimonianze materiali e architettoniche della vita rurale alpina. Lungo il sentiero Hasenweg si snodano edifici tradizionali provenienti da tutto il Land di Salisburgo, ricostruiti con cura per raccontare l’evoluzione dell’abitare e del lavorare nelle comunità montane.

Questa visita si è rivelata sorprendentemente attuale. Le costruzioni storiche mostrate al museo raccontano un modo di costruire e vivere che potremmo definire oggi “sostenibile e circolare”: materiali locali, tecniche a basso impatto, progettazione bioclimatica ante litteram, riutilizzo costante delle risorse. Nelle stalle, nei granai, nelle case contadine, si ritrova un sapere ambientale istintivo, radicato nell’equilibrio tra uomo e natura, che oggi proviamo a recuperare attraverso la bioedilizia e le strategie di economia circolare.

Una comunità alpina che innova

Ciò che più mi ha colpito durante queste giornate è stato il senso di comunità transfrontaliera che unisce i partner del Programma Alpine Space. Non è una semplice rete di progetti, ma una piattaforma viva dove si condividono problemi, soluzioni e visioni. L’identità alpina, lungi dall’essere folkloristica o retorica, si afferma come uno spazio di sperimentazione concreta, adattamento climatico e innovazione territoriale.

Molte delle esperienze presentate dimostrano come sia possibile coniugare radicamento locale e cooperazione internazionale, affrontando le transizioni ecologica, digitale e demografica in modo sinergico. La montagna, spesso percepita come periferia, diventa invece laboratorio di sostenibilità.

Guardare avanti con consapevolezza

Il 25° anniversario è stato un punto di arrivo ma, soprattutto, un nuovo punto di partenza. I prossimi anni saranno decisivi per consolidare l’impatto dei progetti finanziati e rafforzare la capacità delle comunità alpine di guidare i cambiamenti. Per riuscirci, serviranno politiche coerenti, capacità amministrative diffuse e investimenti strategici, ma anche la volontà di imparare gli uni dagli altri.

L’eredità raccolta al Salzburger Freilichtmuseum ci ricorda che l’innovazione non è sempre rottura, ma spesso continuità con forme di intelligenza territoriale sedimentate nel tempo. Un messaggio prezioso anche per chi, come noi, lavora ogni giorno per rendere le transizioni sostenibili più concrete e giuste.

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