La società italiana Enea, unitamente ad Edison e alla controllata da quest’ultima Edf sembrano aver siglato un accordo che si rivelerà particolarmente utile per portare nel nostro paese i mini reattori per la produzione di energia nucleare noti con il nome di ‘Small modular reactor‘ indispensabili per permettere ad alcune imprese – specialmente quelle considerabili maggiormente energivore – di giungere alla neutralità carbonica ben prima delle prime centrali che si prevede (secondo il piano per l’energia nucleare in lavorazione) sanno aperte nel 2030: anno dal quale ci vorrà ancora un tempo non meglio definito per arrivare all’effettiva produzione e distribuzione di energia green.
Partendo dall’accordo Edison-Edf-Enea sull’energia nucleare, i contenuti sono stati anticipati dal Corriere della Sera e per ora sembrano vertere attorno ai già citati Small modular reactor che potranno facilmente e comodamente essere installati in qualsiasi luogo – anche esterno alla centrale come viene normalmente immaginata – per fornire fino a 400 megawatt di corrente: oltre a questo – però – sono anche utili per la produzione di idrogeno (che si può facilmente sostituire al gas) e vapore utile in decine di imprese; il tutto insomma realizzando una vera e propria completa transizione verso la neutralità energetica e carbonica, ma al costo (per nulla irrisorio) di 2 miliardi di euro a reattore.
La strada (quasi tracciata) dell’energia nucleare in Italia: pronta la legge quadro di Pichetto Fratin
Complessivamente, la commercializzazione dei mini reattori per la produzione ‘indipendente’ di energia nucleare è prevista non prima del 2030 – almeno ai sensi dell’accordo Edison-Edf-Enea -, periodo entro il quale verranno quasi certamente gettate le basi per le prime centrali italiane di ultimissima generazione: un passo avanti storico, soprattutto considerando che grazie a questa fonte energetica – se massiva – si potrà dire facilmente addio alle fonti inquinanti accelerando non poco nella transizione ambientale.
Attualmente – comunque – l’energia nucleare non è ancora inclusa nell’equazione energetica italiana a causa di quell’ormai noto referendum che nel 1987 portò alla chiusura di tutte le centrali italiani sulla scia della paura che si generò dal disastro di Chernobyl; ma d’altra parte il ministro Pichetto Fratin è pronto a presentare (parrebbe entro fine mese) una nuova legge quadro che riaprirà le porte al nucleare in Italia.