Economia Ue, l'analisi di Olli Rehn (Bce): "È più probabile che l'inflazione si attenui". Sugli asset russi congelati ritiene ci sia una strada percorribile

La BCE deve restare flessibile e basarsi sui dati, anziché ancorarsi a posizioni fisse: è la linea espressa da Olli Rehn, membro del Consiglio direttivo della Banca centrale europea oltre che governatore della Banca di Finlandia, nell’intervista rilasciata a Milano Finanza, in cui parla anche dell’inflazione e dello stato di salute dell’economia europea.



Sulla politica monetaria è netto: le decisioni sui tassi saranno prese riunione per riunione, senza imporre vincoli rigidi. Rehn concorda con la presidente Lagarde, secondo cui la BCE è in una posizione “buona, ma non fissa” sui tassi; ritiene infatti che si debba restare flessibili, perché le aspettative di inflazione a medio termine cambiano e non sono mai “fisse”.



L’ANALISI DI OLLI REHN SULL’INFLAZIONE

A tal riguardo, l’esperto, che si è occupato di economia sia per la Finlandia come ministro sia per l’Europa come commissario, assicura che l’inflazione sia sotto controllo, con rischi leggermente al ribasso nel medio termine, per cui potrebbe essere un po’ più bassa del target del 2% della BCE, ma non drasticamente.

La sede della Bce a Francoforte (Ansa)

L’inflazione è infatti passata dal picco del 10,6% dell’ottobre di tre anni fa al 2%, senza crisi occupazionale o forte riduzione della crescita. A incidere sono stati i prezzi dell’energia relativamente bassi, la forza dell’euro e il previsto rallentamento dell’inflazione su servizi e salari.



I fattori che possono far salire l’inflazione includono la frammentazione geoeconomica, perché le catene di approvvigionamento potrebbero rallentare aumentando i costi, e una ripresa economica più forte del previsto, che con maggiori consumi e investimenti ridurrebbe i risparmi e aumenterebbe la domanda, facendo crescere i prezzi.

DAGLI ETS ALLA POLITICA MONETARIA FUTURA

Per quanto riguarda il meccanismo di scambio di quote di emissione in UE (ETS), Olli Rehn sottolinea che l’impatto sull’inflazione è difficile da stimare e probabilmente riguarda più il livello che la dinamica dell’inflazione.

Nell’intervista, Rehn si sofferma anche sulla politica monetaria futura, spiegando che, anche se l’inflazione è vicina al target, la BCE deve rimanere attiva e pronta a intervenire: “In generale sono della scuola attivista della politica monetaria. Non dovremmo mai procedere con il pilota automatico. Al contrario, dobbiamo restare sempre agili e attivi, se i dati e le proiezioni lo richiedono, per mantenere l’obiettivo di inflazione“.

Altro tema delicato riguarda lo stato di salute dell’economia europea: Rehn indica che la crescita europea è contenuta, nonostante la resilienza nel 2025. Per aumentare il dinamismo servono decisioni politiche e riforme su difesa comune, competitività industriale, sovranità digitale e transizione verde, ma la BCE non può sostituirsi ai governi: il suo ruolo resta quello di mantenere la stabilità dei prezzi e della finanza.

LA STRADA PER USARE GLI ASSET RUSSI

Non manca una riflessione geopolitica, in particolare sugli asset russi congelati che l’UE vorrebbe usare per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina. L’economista segnala la nuova proposta della Commissione UE, basata sull’articolo 122.

È una via molto ragionevole da seguire. Poiché questa è una crisi esistenziale, dovremmo appoggiarci a questo articolo di emergenza del Trattato. Ogni europeo e ogni leader negli Stati UE dovrebbe essere a favore dell’uso degli asset russi congelati per il sostegno dell’Ucraina“.