Omicidio Yara Gambirasio, l'avvocato di Massimo Bossetti contro Gianluigi Nuzzi: "Mai querelato il Ris!". Smentita la notizia dei giorni scorsi

IL LEGALE DI MASSIMO BOSSETTI SMENTISCE GIANLUIGI NUZZI

È stata smentita la notizia secondo cui i legali di Massimo Bossetti avrebbero deciso di querelare i RIS di Parma, che condussero le indagini scientifiche per attribuire le tracce individuate sul cadavere di Yara Gambirasio. A diffonderla era stato nei giorni scorsi Gianluigi Nuzzi, giornalista, scrittore e conduttore di Quarto Grado, smentito però da uno dei legali dell’ex muratore di Mapello. Si tratta dell’avvocato Claudio Salvagni, intervenuto sui social per fare chiarezza sulla vicenda.



Per fare un po’ di buona e corretta informazione, è giusto sapere che la difesa di Massimo Bossetti NON ha querelato i RIS. Mai”, ha scritto il legale sulla sua pagina Facebook. Ma Salvagni si è lasciato andare anche a un commento carico di sconforto: “Avvilente è leggere certe cose”.

A prescindere dalla notizia in sé, Nuzzi, nel suo articolo pubblicato su La Stampa, si era lungamente soffermato sulla condanna definitiva di Bossetti e sulla sua stessa figura, per ribadirne la colpevolezza in merito a una vicenda su cui, invece, l’uomo, condannato all’ergastolo, sta battagliando nella speranza di arrivare a una revisione.



LA BATTAGLIA DI SALVAGNI PER BOSSETTI

Proprio sulla battaglia che sta combattendo a supporto di Massimo Bossetti, l’avvocato Claudio Salvagni aveva parlato nei giorni scorsi ai microfoni di Confessione Reporter. Sono oltre dieci anni di lavoro per il legale, convinto dell’innocenza del suo assistito e che questi sia vittima di “un incredibile errore giudiziario”. Salvagni ha promesso al suo assistito di farlo uscire dal carcere da uomo libero. “Ho promesso questa cosa perché mi sono convinto della assoluta estraneità di Massimo a questa vicenda, ma soprattutto però mi sono convinto che nel processo a Massimo Bossetti ci sono talmente tante storture processuali che è stato veramente, in certo senso, violentato il diritto”.



In occasione di tale intervista, il legale è tornato sul test del DNA che è stato negato alla difesa. “Bastava una sola prova. Senza il DNA, gli altri indizi non avrebbero una capacità individualizzante”. Ma Salvagni si è anche soffermato sulla mediaticità del caso: “È un processo destrutturato, fatto nei salotti televisivi, di opinionisti che non hanno nessuna preparazione giuridica e fondano il loro giudizio così, a sensazione”.

Per quanto riguarda la colpevolezza di Bossetti, il legale ha ammesso che al primo incontro era un po’ prevenuto, perché voleva capire se la partita era persa: “Vedere una persona detenuta completamente spaesata, che non capiva cosa gli stava accadendo, che si alza dalla sedia e, prendendomi le mani, si inginocchia di fianco dicendomi ‘Avvocato, mi creda, io non ho fatto nulla, non so perché sono qua io’, piangendo disperatamente… ecco, o quello era un attore o stava veramente soffrendo e implorando in tutti i modi che qualcuno lo ascoltasse”.