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Home » Esteri » Medio Oriente » ONU E PALESTINA/ “Così Netanyahu si prenderà la Cisgiordania nonostante Trump. E in Libano…”

  • Medio Oriente
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ONU E PALESTINA/ “Così Netanyahu si prenderà la Cisgiordania nonostante Trump. E in Libano…”

Int. Camille Eid
Pubblicato 27 Settembre 2025
Benjamin Netanyahu all'ONU (Foto: ANSA-EPA/SARAH YENESEL)

Benjamin Netanyahu all'ONU (Foto: ANSA-EPA/SARAH YENESEL)

Trump nega la Cisgiordania a Netanyahu e avrebbe un piano per la pace a Gaza. Lunedì l’incontro fra i due sarà la prova della verità

Trattative per la guerra di Gaza a una svolta. Almeno così sarebbe secondo Donald Trump, che ha messo sul piatto alcune proposte che cambierebbero le carte in tavola. La prima di tutte riguarda il no deciso, almeno a parole, all’annessione della Cisgiordania da parte di Israele, che si accompagna alla presentazione di un piano per la Striscia nel quale i Paesi arabi giocherebbero un ruolo nel dopoguerra, magari con Tony Blair come governatore temporaneo.


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Un quadro, spiega Camille Eid, giornalista libanese residente in Italia, collaboratore di Avvenire, che rappresenterebbe una effettiva novità, anche se, alla luce di certi trascorsi storici, è ancora troppo presto per fidarsi delle promesse del tycoon. Già in passato alla prova dei fatti è prevalsa la linea israeliana. Anche stavolta potrebbe andare così. Lo si capirà dopo l’incontro che Trump e Netanyahu avranno lunedì 29 settembre.


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Il primo ministro israeliano, intanto, ha tenuto il suo intervento all’Assemblea dell’ONU, dove ha illustrato i successi del suo governo e negato la possibilità di uno Stato palestinese.

Trump annuncia che Israele non annetterà la Cisgiordania, addirittura pensa di essere vicinissimo alla pace a Gaza. E ritorna d’attualità la voce di Tony Blair come gestore del dopoguerra a Gaza. Cosa sta accadendo?

Non so come mai si parli proprio dell’ex premier britannico Tony Blair, soprattutto alla luce di tutto quello che ha combinato in Medio Oriente: tutti ricordano ancora il ruolo che ha avuto nella guerra in Iraq, in questa regione non è assolutamente ben visto. Però alcuni media, il Wall Street Journal in particolare, lo hanno citato come possibile governatore temporaneo della Striscia, con una forza a guida araba. Non si è capito, però, quali Paesi dovrebbero partecipare.


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Del piano di Trump cosa si sa?

Di questo piano, per il momento, non si conoscono molti dettagli. La Turchia ne è entusiasta: Erdogan ha detto di essere d’accordo con Trump su come mettere fine alla guerra a Gaza e sistemare la questione palestinese. Quello che è chiaro nella vicenda sono gli accordi commerciali fra Ankara e Washington: il presidente turco ha ottenuto i caccia F35 che voleva da tempo, anche se il presidente USA gli ha chiesto di non comprare petrolio dai russi.

Ciò che si sa chiaramente è che non si prevede l’annessione della Cisgiordania da parte di Israele: c’è da crederci?

Le dichiarazioni di Trump sull’annessione sono sorprendenti. Non so, però, se manterrà la promessa: in questi due anni ne abbiamo viste di tutti i colori. Vedremo cosa dirà in occasione dell’incontro che deve avere con Netanyahu lunedì. Mi sembra molto strano che gli neghi la possibilità di prendersi la West Bank. E poi è già successo che Israele metta davanti al fatto compiuto i suoi alleati imponendo la sua linea e che gli americani lo accettino dicendo che non ci possono fare niente.

Ci sono elementi che fanno pensare a questa possibilità?

Donald Trump mentre parla alle Nazioni Unite (Ansa)

Ci sono alcune dichiarazioni di emissari di Trump. Tom Barrack, inviato di Trump per Siria e Libano, pochi giorni fa, ha dichiarato che gli americani non possono esercitare nessun tipo di pressione su Israele. Anche nella trattativa con il Libano, per esempio, Netanyahu di fatto non è tenuto a riconoscere alcuna garanzia, tanto è vero che l’IDF occupa ancora le colline del sud del Paese.

Netanyahu nel suo discorso all’ONU ha fornito qualche segnale che ci permette di capire come si orienterà rispetto al piano di Trump?

Ha sparato a zero sull’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), lamentandosi del fatto che non tiene le elezioni, e poi ha dichiarato che in realtà il 90 per cento dei palestinesi non vuole la soluzione dei due Stati, ma uno Stato al posto di un altro. Trump ha promesso che la Cisgiordania non verrà annessa, ma alla fine potrebbe valere la vecchia regola per cui gli israeliani decidono a casa loro, con gli americani che si limitano a dire che hanno provato a far passare una linea diversa, ma non sono stati ascoltati.

C’è qualcos’altro che ci fa pensare che potrebbe andare a finire così?

Non credo alla sincerità della promessa di Trump sull’annessione, soprattutto vista la presenza di un governo come quello di Netanyahu, che ha fatto il bello e il cattivo tempo. Mantengo un barlume di speranza, magari l’incontro con i Paesi arabi è servito a qualcosa.

Che messaggio ha dato, invece, Netanyahu, nel suo discorso all’assemblea?

La sua è stata pura propaganda. Una messa in scena con la cartina in mano e con quell’aria da maestro che è assolutamente fuori luogo in un’occasione come quella dell’Assemblea delle Nazioni Unite.

Trump finora non aveva mai detto no all’annessione della Cisgiordania da parte di Israele, ora però ha negato che sia possibile davanti ai Paesi arabi. Cosa farà alla fine? Quale delle due ipotesi prevarrà?

Una soluzione potrebbe essere che Israele si prenda solo parte della Cisgiordania, il che permetterebbe a Trump di dire che non l’hanno annessa tutta. Mi ricorda quanto è successo in merito all’applicazione della risoluzione 242 dell’ONU, quando si disquisiva sul fatto se Israele dovesse ritirarsi da territori o dai territori, cioè da una parte o da tutti. Una situazione che potrebbe riproporsi.

(Paolo Rossetti)

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Tags: Donald TrumpBenjamin Netanyahu

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